A scoppio ritardato. Infuria la polemica sul risanamento di Messina. A riaccendere la miccia il presidente di A.Ris. Me Marcello Scurria, il quale se la prende con il Partito democratico e, in particolare, con il deputato regionale Antonello Cracolici. «Visto che lui evoca addirittura l'abuso d'ufficio e il codice penale, lo invito a venire a Messina per comprendere meglio la questione del risanamento e delle persone con gravissimi problemi di salute e disabilità. Ringrazio invece l'on. Danilo Lo Giudice - insiste Scurria - e spero che l'Assemblea regionale rimedi al più presto al grave errore». Necessario un passo indietro per sintetizzare quanto accaduto. L'Ars, nelle scorse settimane, ha approvato le modifiche alla vecchia legge 10 del 1990, sbloccando la possibilità, tra l'altro, di avviare il nuovo censimento delle baraccopoli e, dunque, una verosimile rivisitazione delle priorità ferme ancora agli anni Novanta. Ma in quella sede è stato cassato un comma 6 che qualcuno in Aula ha definito «una vergogna». Cosa prevedeva? Ecco il testo: «Il sindaco, quale massima autorità sanitaria locale, previa relazione motivata dei servizi sociali comunali e dell'Asp, può disporre l'assegnazione provvisoria o definitiva dell'alloggio, in deroga alle graduatorie, ai nuclei familiari formati da uno o più componenti affetti da conclamate disabilità o patologie che rendono incompatibile il procrastinarsi della permanenza nell'attuale alloggio rientrante nelle aree da risanare». È stato proprio Antonello Cracolici a scagliarsi contro il comma proposto da Danilo Lo Giudice: «Favorisce l'abuso d'ufficio - ha tuonato il deputato del Pd -, così danneggiamo il sindaco di Messina, non lo aiutiamo certo, perché ogni volta che farà un provvedimento in attuazione di questa norma, sarà denunciato all'Autorità giudiziaria. Non doveva neppure essere proposto questo comma, pensare che un sindaco, possa “motu proprio” derogare dalle graduatorie, senza avere i poteri commissariali previsti dalla legge nazionale in materia di Protezione civile, è una follia. Non si possono fare leggi di questo genere, poi ci ridono in faccia quando le impugnano». Da qui la reazione di Scurria che, anche a distanza di giorni, ritiene che Cracolici «non sappia neppure di cosa stia parlando, per questo lo invito a Messina. Lo sa che ci sono 47 malati terminali, secondo la relazione dell'Asp, che non possono più vivere in baracca? Lo sa che ci sono tantissimi casi di invalidi e anziani non autosufficienti? Faccia un giro con noi, nelle baraccopoli messinesi. Capirà, forse, il perché il sindaco aveva chiesto proprio i poteri speciali al Governo nazionale e il perché Lo Giudice aveva presentato quel comma 6 che non avrebbe in alcun modo favorito la discrezionalità, visto che ogni decisione va presa comunque sulla base di relazioni motivate delle autorità socio-sanitarie e per casi di conclamate disabilità o gravi patologie».