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Ordinanza anti accattonaggio a Messina, Sturniolo a De Luca: "Faccia il sindaco, non lo sceriffo"

Sull'ordinanza anti accattonaggio del sindaco De Luca la politica messinese si divide. Mentre alcune componenti del centrodestra, in particolare la Lega, plaudono alle disposizioni modellate sul decreto sicurezza voluto dal ministro Salvini, dal centrosinistra è un coro di dissensi.

La consigliera Antonella Russo accusa de Luca di essere addirittura più salviniano di Salvini, di voler abolire per decreto i poveri e di andare con il provvedimento deciso verso una deriva autoritaria che comunque non risolverà i problemi, anche perché non ci sono sufficienti agenti di polizia municipale per far rispettare i divieti.

Il consigliere Alessandro Russo da parte sua invita ad atti di disobbedienza civile e lui stesso annuncia che volerà l'ordinanza, chiedendo provocatoriamente l'elemosina ai semafori per solidarietà con i poveri e i migranti.

Su questo stesso argomento interviene l'ex consigliere comunale Luigi Sturniolo che chiede al sindaco di fare atti che non scarichino le loro conseguenze solo sui più deboli: «De Luca faccia il sindaco e non lo sceriffo».

«Cateno De Luca vuole fare il sindaco contro i poveri, contro chi vive ai piani bassi della società, contro i lavoratori, contro i senza-nulla? Ci sta riuscendo - dichiara Sturniolo -. Ha iniziato con la caccia al lavoratore fannullone, che ha più il carattere dell’azione spettacolare che quella di una vera riorganizzazione del lavoro nella amministrazione del Comune e dei suoi servizi».

«Poi è passato a farsi parte civile contro gli inquilini della ex Foscolo. Infine si è scagliato contro ambulanti e mendicanti. Ma dai, Cateno, era questo che intendevi quando dicevi che volevi rivoltare la città, che volevi fare piazza pulita di chi l’aveva distrutta, indebitata, impoverita?», prosegue l'ex consigliere.

«Certo, il sindaco fa leva su un sentimento generale che vorrebbe una migliore organizzazione dei servizi, una città più vivibile, il soddisfacimento dei bisogni essenziali - dice ancora -. Insomma il sindaco che vorrebbe essere innovativo, social, con un rapporto diretto con i cittadini, finisce per utilizzare gli strumenti più retrivi. Alla fine approda allo tradizione medievale di allontanare i poveri dalla città».

«Piuttosto che combattere la povertà combatte i poveri, li allontana alla vista. Un terribile arretramento sociale e culturale, espressione di una logica giustizialista con i poveri e indulgente con i ricchi. De Luca vuole fare pulizia, vuole combattere il malaffare, vuole colpire chi ha mandato in malora questa città? Ne ha la possibilità. Ha in mano la macchina amministrativa. Ha in mano i bilanci».

«Ha in mano le carte che gli possono dire chi ha speso i soldi pubblici e come, dove si è annidata la corruzione, come si è formata quella immensa mole di debiti che costringe tutti noi a pagare tasse salate. Insomma, faccia il sindaco invece che lo sceriffo. Dice di capirne di diritto amministrativo, di essere bravo a leggere le carte. Ce lo dimostri una volta per tutte - conclude -. Colpisca qualche ricco ogni tanto e dopo forse saremo anche contenti di pagare la multa se i vigili ci beccano con la macchina in doppia fila».

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