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Messina Social City, il Consiglio comunale boccia il contratto di servizio

Palazzo Zanca

Bocciata dal Consiglio comunale con 5 voti favorevoli, 5 contrari e 3 astenuti la delibera di ratifica del contratto di servizio della Messina Social City. La mancata approvazione dell’atto non avrà comunque ripercussioni “tecniche” sui servizi erogati o sul personale dell’azienda speciale, ma piuttosto amministrative e politiche, perché adesso dovrà essere ripresentato all’aula un nuovo contratto di servizio.

A difendere l’approvazione della delibera di ratifica sono stati i consiglieri del gruppo Libera Me Nello Pergolizzi e Alessandro Russo che, fino a qualche settimana fa, ne avevano, invece, messo in luce alcune “anomalie” attraverso richieste di pareri e interrogazioni inviate al segretario generale e all’Amministrazione.

Il fulcro della vicenda che ha causato l’odierna bocciatura dell’atto ruota attorno al fatto che il contratto di servizio che l’aula doveva ratificare e che è di competenza esclusiva del Consiglio, era stato già approvato e sottoscritto dal dirigente comunale alle Politiche sociali e dalla Messina Social City (lo scorso 13 marzo), nonché depositato all’Agenzia dell’Entrate (il 15 marzo) senza essere portato all’attenzione del civico consesso che invece, lo scorso novembre, aveva approvato soltanto uno “schema” (che è stato oggetto di un ricorso dinnanzi al Tar vinto comunque dal Comune) assai diverso da quello effettivamente presentato oggi pomeriggio all’attenzione dei consiglieri.

In questi mesi la Social City ha operato con un contratto di servizio che presenta profili di illegittimità in quanto non approvato dall’organo deputato, ovvero il Consiglio comunale. E se sotto l’aspetto amministrativo adesso si dovrà sostanzialmente ripartire da zero, sotto quello politico i consiglieri del Pd Gaetano Gennaro e Felice Calabrò non hanno potuto far altro che evidenziare l’errore commesso dall’Amministrazione.

«Il contratto è stato migliorato rispetto alla versione iniziale – hanno dichiarato – ma il Consiglio non può essere chiamato a riparare agli errori commessi da un ufficio non competente e dalla politica che non ha vigilato». Il dito è stato puntato anche contro l’assessore ai Servizi sociali Alessandra Calafiore che, però, in aula ha rimarcato di non aver avuto alcun tipo di ingerenza sul dipartimento nella procedura che ha portato all’approvazione dell’atto senza il via libera del Consiglio.

Se è certo che adesso dovrà essere ripresentato un altro contratto di servizio, rimane comunque l’incognita sulle responsabilità di un errore che o è stato commesso “in autonomia” dal Dipartimento o è stato sollecitato da altri. Ieri sul finire della discussione che ha portato alla votazione della delibera sulla Patrimonio Spa era stato anche il sindaco Cateno De Luca a scusarsi col civico consesso per il “pasticcio” del contratto di servizio della Social City.

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