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Messina un anno dopo, dall'Atm alle baracche le provocazioni di De Luca

Il sindaco di Messina, Cateno De Luca

Ma davvero è passato solo un anno? La carne al fuoco, in questi primi dodici mesi targati Cateno De Luca, è stata così tanta da far dilatare la percezione del tempo trascorso. È la conseguenza di dodici mesi, a MEssina, vissuti a 300 all'ora, con un'agenda amministrativa costantemente aggiornata, riveduta, corretta, anche nell'ordine delle priorità, periodicamente mescolate.

Dal punto di vista amministrativo, i passaggi chiave sono da individuare nell'Atm (l'indice di gradimento, nei mesi, è sceso di parecchio, adesso sembra andar meglio, ma va affrontato il nodo della liquidazione e dell'avvio della nuova Spa); nel sistema rifiuti (la scommessa della differenziata porta a porta è cruciale e gli sforzi per vincerla vanno apprezzati, resta però sullo sfondo l'incertezza sull'idea di affidarsi ai privati); nei servizi sociali (la Messina Social City è un'altra scommessa, ed i primi passi sono stati tutt'altro che confortanti). La scommessa delle scommesse, lo sbaraccamento totale della città, si è scontrata da subito con una realtà molto più complessa di quanto ambiziosi slogan (poi declassati dal sindaco stesso a “provocazioni”) facessero pensare. Ci vorrà tempo, ci vorrà costanza. E se Arismè sarà lo strumento giusto lo dirà solo il tempo, certo sarebbe ingeneroso sbilanciarsi oggi in giudizi.

C'è poi la battaglia sulle ex Province, a tenere banco, a metà tra una questione di principi sacrosanti e oggettivi (gli ibridi in cui sono stati trasformati questi enti non piacciono a nessuno) e una questione politica. Il servizio completo è pubblicato sulla Gazzetta del Sud in edicola.

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