Che Danilo Lo Giudice, fedele scudiero di Cateno De Luca, aderisca all'Udc di per sé non sarebbe una notizia, visto che Lo Giudice si è candidato alle Regionali alle spalle di De Luca proprio nella lista Udc, sperando di raccoglierne il testimone nel momento in cui Cateno fosse diventato sindaco di Messina. E poco convince la storiella dell'adesione al gruppo Misto per fiutare l'aria a Palazzo dei Normanni. Il dato politico è un altro: De Luca alza il valore dell' “Opa” lanciata sul centrodestra messinese (del quale oggi è il dominus) e siciliano. Piazza in pianta stabile un suo uomo nell'Udc, partito con percentuali ormai bassissime, trova spazi per Dafne Musolino, altra fidata scudiera, in quota centrista nella lista di Forza Italia per le Europee, dialoga con Cesa e Miccichè. Il leader di FI in Sicilia sulle prime ha ringraziato De Luca per avergli portato in dote i voti necessari a far diventare Giuseppe Milazzo parlamentare europeo, ma poi deve aver incrociato con attenzione le preferenze e probabilmente ha scoperto che avrebbe fatto meglio a ringraziare Sicilia Futura di Peppe Picciolo. Qui c'è l'altra “vexata quaestio”: De Luca ambisce a un posto nella giunta regionale, ma anche Picciolo ambisce a un assessorato, come finirà? A Palermo il rimpasto ci sarà e non si tratta di una grana di facile soluzione per Musumeci. Lo Giudice (pardon... De Luca) ha stretto alla Regione un asse con il vulcanico Vincenzo Figuggia, che a Musumeci e Micchichè non le manda a dire. S'è incrinato qualcosa? Intanto avanti con i forni multipli, ma attenzione al rischio di bruciarsi.