Museo multidisciplinare di Messina, quello che il presidente della Regione aveva solennemente promesso a inizio 2019 non solo non si è verificato, anzi è come se fosse stato avviato un percorso in direzione opposta ai precedenti annunci. Il ruolo «di punto di riferimento sul piano culturale» attribuito a parole a Messina, e al suo Museo regionale, è di là da venire. La promozione d'immagine dell'istituzione museale denominata “Mu-Me” non si è vista, come scrive la Gazzetta del Sud in edicola. Nessun evento, di quelli che erano stati preannunziati, si è svolto. La Regione rivendica la titolarità del “suo” Museo ma non fa assolutamente nulla per dimostrare al mondo intero che il polo messinese è uno dei più importanti dell'intero Mediterraneo. Sembra prevalere quella tesi, mai nascosta neppure in occasioni ufficiali, dell'ex assessore regionale Vittorio Sgarbi, oggi direttore del prestigioso Museo del Trentino, secondo il quale Messina è una piccola provincia dell'impero e la sede museale di viale della Libertà conta poco o nulla. E, dunque, è giusto che i Caravaggio o gli Antonello girino il mondo, così almeno qualcuno può ammirarli. Tornando a Musumeci, nella giornata di sabato il presidente della Regione ha annunciato la nomina dei nuovi direttori dei Parchi archeologici siciliani. Designazioni che hanno coinvolto due messinesi: Caterina Di Giacomo, assegnata al Parco di Tindari, e la dirigente della Soprintendenza Gabriella Tigano, destinata all'area archeologica di Giardini Naxos.