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Chieste le dimissioni del sindaco di Messina, Saitta (Pd): "Utilizza la sua carica a fini personali"

Le parole di Antonio Saitta

«De Luca sta utilizzando la sua carica di sindaco della città metropolitana e del capoluogo "a fini personali" ma quel che è più grave sta anche "commettendo reati"» . È durissimo l'affondo di Antonio Saitta, già candidato sindaco del centrosinistra, che chiede a De Luca di dimettersi ora se vuole continuare a seguire la sua ambizione di diventare presidente della Regione siciliana, anziché far pagare alla città un prezzo troppo alto.

Questa la presa di posizione dell'esponente del Pd «Il sindaco della nostra città (e della nostra Città metropolitana) cambia idea su tutto: scuole da mettere in sicurezza, baracche da eliminare entro ottobre 2018, quartieri da chiudere, società partecipate da diminuire, giudizio terrificante su Forza Italia e sui suoi dirigenti siciliani… (l’elenco potrebbe essere lunghissimo). Su una cosa, però, ha idee irremovibili: vuol fare il Presidente della Regione e la carica di sindaco di Messina gli serve a questo. Lo ha ricordato con una lettera inviata a tutti i cittadini (della città e della provincia) firmata da Sindaco metropolitano, così dimenticando pure che da quella carica si è autosospeso e che non si fa campagna elettorale nella qualità di autorità pubblica» .

Saitta ricorda che «per candidarsi alle regionali ci si deve dimettere da sindaco almeno sei mesi prima delle elezioni (quindi, al più tardi fra tre anni) anziché condannare la città ad una campagna elettorale continua e ad un altro periodo di commissariamento, perché non si dimette subito?  Così Messina e la città metropolitana potrebbero avere al governo qualcuno che il sindaco lo fa davvero (e magari con dignità e bene) e non che utilizza la nostra comunità soltanto per le proprie ambizioni personali!».

Sono tre, in particolare, i rilievi che potrebbero avere risvolti anche giudiziari mossi a De Luca: «Come ha avuto gli indirizzi delle nostre case? - si chiede Saitta - ci si può buttare vestiti, senza cuffia e senza aver fatto la doccia in una piscina pubblica o si viene multati? - e infine - ricordate che il Sindaco non ha convocato le elezioni per il consiglio metropolitano e che la Regione ha dovuto nominare un commissario per farlo al suo posto (e a nostre spese)? Bene, l’art. 94 del DPR n. 361/1957 dispone: “chiunque, essendovi obbligato per legge, non compie, nei modi e nei termini prescritti, le operazioni necessarie per la preparazione tecnica delle elezioni, per il normale svolgimento degli scrutini e per le proclamazioni, o, in mancanza di prescrizione di termini, ritarda ingiustificatamente le operazioni stesse, è punito, salvo maggiori pene previste dagli articoli seguenti, con la reclusione da tre a sei mesi e con la multa da lire 10.000 a lire 50.000”».

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