Comincia oggi pomeriggio una sessione consiliare a Messina che, inevitabilmente condizionata dal clima di campagna elettorale (si vota per le Europee ma il sindaco De Luca ne ha fatto una battaglia personale per “contarsi” e per contare ai futuri tavoli regionali, con l'obiettivo mai nascosto di diventare un giorno governatore della Sicilia), all'ordine del giorno ha temi significativi, se non proprio cruciali, sul piano politico-amministrativo. Tra questi, il caso Messina Patrimonio Spa. Sarebbe questa la terza azienda partecipata dell'era De Luca. Il sindaco, ai tempi della discussione - a senso unico, parlò solo lui per ore e ore - sul “salva Messina”, la definì la società più importante di tutte, anche dell'Agenzia del Risanamento e della Messina Social City, perché dalla “Messina Patrimonio Spa”, a suo dire, passerebbero la salvezza e il rilancio di Palazzo Zanca, grazie alla gestione, dismissione e valorizzazione del patrimonio comunale. Ma le probabilità che la delibera di costituzione della nuova Azienda possa essere approvata dall'Aula sono, al momento, quasi nulle. Il Consiglio dovrà votare anche l'atto di ratifica del contratto di servizio della Messina Social City, «nella formulazione così come stipulato in data 13 marzo 2019 tra il Comune e l'azienda speciale». Ma anche su questo versante le acque sono agitate. I primi passi della società che gestisce tutti i servizi sociali sono stati particolarmente tormentati e, anzi, c'è chi, come i consiglieri del Centrosinistra, ha dichiarato di non voler più votare alcun atto relativo a questa azienda speciale, «fino a quando non verrà regolarizzata la situazione». L'articolo completo sulla Gazzetta del Sud - edizione di Messina in edicola.