I 400 giorni previsti dal contratto sono scaduti proprio in queste settimane. Le linee portanti del nuovo Piano generale del traffico, tracciate nello studio commissionato alle società emiliane Tps Pro e Mate (aggiudicatarie dell'appalto nel febbraio 2018), diventeranno oggetto di confronto tra Amministrazione e Consiglio comunale. Il “Pgtu” è un altro di quegli strumenti “fantasma” di cui si va favoleggiando da anni e che ora finalmente dovrebbe materializzarsi. Senza le norme che pianifichino la viabilità urbana, ogni discorso su strade e isole pedonali finisce con l'essere assolutamente aleatorio. E, infatti, proprio la polemica sulla pedonalizzazione delle aree, tornata alla ribalta dopo la petizione avviata dall'associazione di commercianti Messina Incentro che chiede la riapertura al traffico di piazza Cairoli (dal lunedì al venerdì, poi nei week-end tornerebbe l'isola pedonale), conferma che Messina è la capitale italiane delle chiacchiere. Il nuovo Piano, costato al Comune 260 mila euro, verrebbe a colmare quel vuoto programmatorio che inghiotte la città ormai dal lontano 1998. Sono trascorsi, infatti, 21 anni dal precedente “Put”, il Piano urbano del traffico che era stato predisposto in quell'anno di passaggio tra la Giunta Providenti e la Giunta Leonardi. I Piani della mobilita urbana, per definizione, sono strumenti agili, operativi, da aggiornare nell'arco di un paio di anni, non di un paio di decenni. Leggi la versione integrale dell’articolo su Gazzetta del Sud – edizione Messina in edicola oggi.