Un esposto alla procura della Corte dei conti regionale sui costi della tari, la tassa sui rifiuti, di Messina. A presentarlo sono stati gli esponenti di Cambiamo Messina dal Basso che hanno elencato dieci criticità della delibera approvata dal Consiglio comunale.
Secondo le stime degli esponenti del Movimento il balzello quest’anno avrebbe dovuto pesare circa 6 milioni di euro in meno sulle tasche dei messinesi rispetto all’anno scorso e, invece, i costi per i contribuenti sono addirittura, anche se di poco, aumentati.
I rappresentanti di CMdB Giovanni Pirrotta, Vittoria Faranda, Giampiero Neri e l’ex assessore all’Ambiente della giunta Accorinti Daniele Ialacqua hanno puntato il dito soprattutto sui costi relativi ai premi produzione previsti per i dipendenti che in base alla delibera ammonterebbero a circa 10 milioni di euro, superiori secondo i dati diffusi in un report dal Movimento, addirittura a quelli elargiti annualmente da multinazionali come Ferrari e Lamborghini.
I rappresentanti di CMdB hanno inoltre sollecitato il deputato regionale Claudio Fava in merito all'ipotesi di privatizzazione della Messina Servizi Bene Comune, la società che gestisce il servizio rifiuti e che l'Amministrazione De Luca vorrebbe liquidare per far spazio ai privati: Fava, lunedì prossimo, presenterà infatti un'interrogazione all'Ars per verificare se la società messinese è soggetta all'applicazione della legge Madia, in virtù della quale l'attuale Giunta, anche attraverso una delibera di Consiglio, intende procedere per l'affidamento ai privati della gestione del servizio.
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