E' un "caso politico" il dietrofront che si è consumato sulla governance dell'Azienda Meridionale Acque di Messina con i consiglieri comunali del Pd Antonella Russo e Felice Calabrò che intervengono dopo la scelta dell'Amministrazione De Luca di eliminare il Cda dell'Amam e nominare un amministratore unico per gestire la partecipata. «Vorrei avere torto - afferma la Russo - ma qui davvero ci si è superati, pur di non nominare una donna nel Cda, si preferisce azzerare il Consiglio di amministrazione».
E paradossalmente De Luca, con la sua scelta di nominare un amministratore unico, va incontro proprio alla richiesta avanzata nei mesi scorsi dalla Russo e da Calabrò, ovvero quella di ridurre i Cda delle partecipate.
«Siamo stati noi a sollecitare più volte, nel rispetto della legge Madia, la sostituzione dei Consigli di amministrazione con un Amministratore unico - affermano i due - predisponendo anche una delibera di Consiglio comunale in tal senso, bocciata dall'aula, anche in esito alle dichiarazioni del sindaco, e ad un parere richiesto al segretario generale, secondo il quale la scelta dei CdA, al posto di un singolo amministratore, era preferibile anche per la complessa gestione delle Partecipate, con particolare riferimento proprio ad Amam... Attendiamo adesso una riduzione dei componenti dei vari Cda in amministratore unico, non solo in Amam ma anche in tutte le società pubbliche, come Messina Servizi Bene Comune e così via partecipando...».
Società partecipate che, con molta probabilità, saranno oggetto, subito dopo le elezioni europee, al pari della stessa Giunta, di una “ristrutturazione” in corso d'opera. Mini o maxi che sia, quasi certamente ci sarà un rimpasto, figlio dei nuovi scenari politico-amministrativi e degli equilibri che si stanno determinando in queste settimane a Palermo e a in riva allo Stretto. Alla porta di De Luca, collocato chiaramente nel Centrodestra siciliano, sono in molti a bussare...
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