Da mesi il suo volto campeggiava nelle pubblicità elettorali con il simbolo di Forza Italia. Ma ieri Giovanni La Via, eurodeputato transitato in Fi dopo la militanza in Ncd, è stato cancellato. Il suo nome è stato depennato dalla lista.
Via libera, invece, per Giuseppe Milazzo, capogruppo Fi all'Assemblea siciliana, per Saverio Romano, leader dei popolari, e per Salvatore Cicu, parlamentare forzista uscente. È quanto stabilito dal leader di Fi, Silvio Berlusconi, anche lui candidato, in un vertice che si è tenuto ad Arcore con Gianfranco Miccichè, chiudendo l'elenco delle liste per le prossime elezioni europee nel collegio Sicilia-Sardegna.
In lista ci sarà anche Dafne Musolino, assessore nel comune di Messina guidato dal sindaco Cateno De Luca, e un'altra donna indicata da Cicu. Al vertice di Arcore era presente anche Giuseppe Milazzo. Il grande escluso Giovanni La Via sconta, a quanto si apprende, il suo passato nel Ncd di Angelino Alfano e la scelta di sostenere alle ultime elezioni regionali il candidato del Pd Fabrizio Micari, di cui avrebbe fatto il vice in caso di vittoria.
Sfumata la candidatura di Basilio Catanoso, Berlusconi ha condiviso con Miccichè di puntare su Milazzo, candidato espressione proprio di Forza Italia. Le scelte hanno provocato una scossa interna al partito: «Non accampo alcuna rivendicazione di tipo personale rispetto alla candidatura», afferma l'ex deputato nazionale Basilio Catanoso, che era in lizza per essere candidato. «In un partito che vuole essere riferimento della logica inclusiva che ha fatto nascere il Pdl qualche anno fa - aggiunge - quando si fa una lista dovrebbe essere necessario almeno garantire equilibrio di presenza e rappresentanza a tutti i livelli. La logica che porta ai ragionamenti che sottintendono alle scelte sulle liste non può essere quella di pretendere il sacrificio del presidente Berlusconi al fine di evitare la conta delle reali “consistenze” elettorali all'interno del partito. E preoccupa il tentativo di retroguardia di difendere inutili rendite di posizione comprensibili, forse, per un partito in ottimo stato di salute, ma non certo per l'attuale Forza Italia che necessiterebbe di ben altri impulsi e responsabilità. Si pensava addirittura di lasciare incredibilmente scoperta tutta la Sicilia orientale e Catania con la sua provincia, dove una classe dirigente ha garantito le percentuali più alte nell'Isola. Di tatticismi - conclude Catanoso - si muore, e a morire, metaforicamente, è per prima la voglia dei cittadini di fare politica e di sentirsi ben rappresentati».
Nel mirino delle accuse Gianfranco Miccichè, coordinatore regionale. E da Catania parte l'attacco, nel solco di una rivalità conclamata tra Miccichè e il sindaco di Catania, Salvo Pogliese: «Prendiamo atto del comunicato stampa di Forza Italia nazionale che riconduce nei giusti binari le estemporanee dichiarazioni del coordinatore regionale che non tenevano conto di alcuni consolidati principi nella formazione delle liste per le Europee», afferma Salvo Pogliese, coordinatore provinciale di Forza Italia. «Tra queste la specificità del partito a Catania - aggiunge - la più importante città capoluogo italiana con un sindaco di Forza Italia e con la percentuale di consensi più alta (27%) raggiunta in Italia alle elezioni amministrative del 10 giugno 2018. Presupposti concreti e incontrovertibili che sfoceranno in una candidatura unitaria espressione dell'area metropolitana etnea».
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