Troppi consiglieri d’amministrazione, in troppe società partecipate a Messina. E se sul numero delle aziende che gravitano nell’orbita di Palazzo Zanca, aumentato negli ultimi mesi a dispetto degli annunci elettorali del sindaco Cateno De Luca che intendeva eliminarle tutte, al momento c’è poco da fare, sul numero degli amministratori è il consiglio comunale a prendere posizione.
Chiedendo che invece dei Cda con tre componenti si opti per un amministratore unico, così come dispone la legge Madia. La proposta è stata avanzata da Felice Calabrò, Antonella Russo e Gaetano Gennaro del Pd ed è stata votata, con ampia maggioranza, dalla commissione Bilancio.
Oggi pomeriggio verrà sottoposta al consiglio comunale nella sua interezza. Con delibera si chiede, “al fine di garantire un concreto contenimento della spesa”, di adeguare gli statuti delle società partecipate del Comune alla legge Madia.
Ad oggi, infatti, le tre società già esistenti, Atm, Amam e MessinaServizi, e quelle nate con De Luca sindaco, Arismè e Messina Social City (due aziende che, ad oggi, non hanno praticamente nemmeno un dipendente), contano su un presidente più due consiglieri d’amministrazione. Con costi inevitabilmente lievitati.
La delibera è passata in commissione con sole tre eccezioni: il no di Nino Interdonato di Sicilia Futura, le astensioni di Massimo Rizzo (presidente) e Nello Pergolizzi di LiberaMe e di Salvatore Serra (Misto). Segnali politici?
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