Un fronte compatto di 181 dipendenti della Città Metropolitana, sui 700 che il sindaco Cateno De Luca ha deciso di mettere in ferie forzate, ha condiviso un atto con il quale si chiedono allo stesso primo cittadino di revocare gli atti di indirizzo con i quali si ordina la “chiusura” dell'ente e lo stop degli stipendi. Allo stesso tempo, i firmatari del documento diffidano i dirigenti, ognuno per quanto di specifica competenza, «a dare seguito» agli atti già citati, «anche perché non trovano alcun fondamento nell'interesse legittimo delle funzioni dell'ente, soprattutto in riferimento a quelli che sono i doveri dei dipendenti, bensì, vanno a ledere fondamentali, legittimi e inviolabili diritti di ogni lavoratore». Si va al muro contro muro, inevitabile visto il clima scaturito dalle mosse eclatanti di De Luca, che ha deciso di protestare contro il prelievo forzoso statale che blocca bilanci e attività di Palazzo dei Leoni, paralizzando di fatto tutto l'impianto amministrativo. Un default operativo, prima ancora che finanziario. «Gli atti – hanno scritto i 181 dipendenti dell'ex Provincia – sono da ritenersi, quanto meno, inopportuni in quanto ledono legittimi diritti, stipendio e ferie, riconosciuti e sanciti dalla Carta Costituzionale, dalle leggi in materia e dai contratti di lavoro».