L’assunto di partenza è rimasto, finora, l’unico punto fermo: la chiusura della lunga, lunghissima fase storica delle cooperative sociali. Un obiettivo dichiarato del sindaco De Luca, portato avanti “senza se e senza ma”. I “se” e i “ma” vengono adesso, nella delicata fase di transizione dal sistema cooperativistico alla Messina Social City, l’azienda speciale che Amministrazione e consiglio comunale hanno creato per dare seguito a quell’obiettivo. Una fase in cui si naviga a vista: passaggio diretto con articolo 37 del contratto cooperativistico, avviso di selezione pubblica “protetto”, bando e art. 37 insieme, stop agli avvisi e via all’art. 37, di nuovo. Ci si capisce poco. Del resto, la difficoltà dell’operazione era nota dal principio, trattandosi di un passaggio da un sistema in cui l’appalto era sì pubblico, ma affidato a soggetti privati, ad uno totalmente pubblico. Una internalizzazione di fatto, che non coinvolge poche decine di persone ma oltre 500 operatori. Ed è tempo di mugugni.
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