«Un clima di pesante intimidazione e di costante attentato alle regole della democrazia». Così la Uil, con il segretario generale Ivan Tripodi ed il segretario dei trasporti Michele Barresi torna all’attacco del sindaco Cateno De Luca. Due in particolare gli episodi denunciati: la sospensione per 15 giorni dal servizio del segretario aziendale di Atm della Uil, Paolo Frigione, “reo” di aver commentato un post su Facebook di una cittadina della zona ionica, pare vicina al sindaco. In quel commento Frigione evidenziava l’affidamento esterno, da parte di Atm, del servizio di soccorso, parlando di “amici degli amici». Il secondo caso è una «strana coincidenza», sottolinea Tripodi: il licenziamento di tre letturisti esterni dell’Amam, che poche settimane prima si erano iscritti alla Uil. «Il sindaco è allergico al dissenso e tenta di mettere il bavaglio alla Uil», l’affondo di Tripodi. Duro anche Barresi, che evidenzia come la messa in liquidazione di Atm nasca da una serie di anomalie e di omissioni, puntando il dito contro il consiglio comunale che ha votato tutto, nell’ambito del Salva Messina, nel giro di pochi minuti. La notizia è che il Ctu del tribunale ha dato ragione all’Atm sul lungo contenzioso con la Regione sui contributi chilometrici, stabilendo che l’Atm dovrebbe ricevere da un minimo di 2,5 ad un massimo di 9 milioni per gli anni che vanno dal 2012 al 2016. Inoltre, «non sono ancora stati nominati i liquidatori, è stato approvato un contratto di servizio in cui sono previsti gli stessi chilometri del 2017 ma non i costi, non c’è nemmeno l’arco temporale in cui dovrebbe avvenire la liquidazione. Siamo riusciti a liquidare un’azienda che ha gli ultimi bilanci in attivo, complimenti al consiglio comunale che si è letto le carte», attacca Barresi, che suggerisce al Consiglio di vagliare l’ipotesi di revocare la delibera di messa in liquidazione in autotutela.