La prospettiva è quella di circa 130 nuovi posti di lavoro nel 2019. Una prospettiva inedita rispetto a quello che si è visto nel recente passato e perciò ogni cautela è più che mai giustificabile. Quello che è emerso dal tavolo congiunto amministrazione-sindacati su Messina Servizi ha fatto emergere la stringente necessità di recuperare forze nuove e fresche per dare il via al porta a porta in tutta la città. Prima erano state Amam e Atm a schiacciare il pulsante della richiesta occupazionale. L’azienda di raccolta rifiuti vive una situazione d’organico che è sovrapponibile a quella di altre partecipate e del Comune stesso. Ci sono in squadra poche figure tecniche, di quelle da mandare in strada e ci sono più amministrativi, gente da scrivania, di quanti le esigenze non suggeriscano. Oggi in Messina Servizi lavorano 507 dipendenti, a fronte di una quota di 560 prevista dal contratto di servizio. 72 di queste persone non sono, per questioni di limitazioni sanitarie varie, in grado di fare attività come quella della raccolta casa per casa, e questo riduce il margine d'azione per chi deve organizzare la svolta epocale della differenziata in tutta Messina entro luglio, con un primo step a febbraio del 34% di raccolta materiale per materiale. All’appello mancano fra le 50 e 60 unità che quindi potrebbero essere recuperate da concorsi esterni. Ci sono, contemporaneamente, 20 forse 30 amministrativi in più di quanto l’attuale carico di lavoro renda indispensabile. Questo “esubero” strutturale potrebbe portare ad un operazione, è stato spiegato ai sindacati, di mobilità ( o distacco o altre forme giuridiche simili) fra altre partecipate a all’interno di palazzo Zanca che, invece, potrebbe avere bisogno di questo figure per un turn over che slitta da anni in avanti. Non è invece possibile una riconversione in mansioni “operative” per questi amministrativi in Messina Servizi, che comunque non rischierebbero il posto. In termini algebrici l'azienda dei rifiuti potrebbe avere uscite per 30 persone ingressi per 60, tutti operativi da mettere in strada per il porta a porta. E possibilmente da recuperare entro maggio per arrivare pronti all’appuntamento con il lancio della differenziata “full city”. Il tutto sempre con l’incognita sul futuro pubblico della società, dopo il fallimento di MessinAmbiente e i seri dubbi sulla applicazione della Madia che condurrebbe verso una gestione privata. Il 2019, dunque, anno di nuovi posti di lavoro? A voler credere agli annunci la risposta è sì perchè anche Amam ha dato segnali di apertura alle nuove assunzioni. 28 molto presto, ed anche in questo caso servono operai che si occupino di cantieri e della rete. Altre 10 persone (ingegneri, geometri, contabili) arriveranno con contratti coordinati e continuativi e altri 12 invece saranno quelli a tempo indeterminato che potrebbero arrivare, sempre l'anno prossimo, con mansioni, di altro genere. Anche Atm non è da meno perchè in via La Farina, quello che manca, sono gli autisti. Una trentina servirebbero subito per mettere in moto i nuovi bus elettrici. Potrebbero essere anche gli ex interinali che hanno lavorato per quasi due anni prima di salutare tutti a ferragosto. A palazzo Zanca, invece, sono con il fiato sospeso i 74 precari, gli ultimi della serie, che attendono nuove dalla Commissione del ministero degli Interni che deve decidere sulla sostenibilità della loro stabilizzazione.