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Il “divide et impera” di De Luca: il Pd si spacca sul Salva Messina

I giorni intensi del dibattito in consiglio comunale sul Salva Messina provocano una nuova frattura politica, tutta interna al Partito democratico.

Ieri era stato il segretario provinciale del Pd Paolo Starvaggi ad esprimere la sua posizione, tradotta poi in aula dalle astensioni del capogruppo Gaetano Gennaro e dai consiglieri Felice Calabrò e Antonella Russo: “Non firmiamo cambiali in bianco, e pretendiamo che scelte politiche non vengano fatte passare, di fronte agli occhi dell’opinione pubblica, come necessità amministrative. I consiglieri comunali si sono ritrovati con una lunga serie di delibere di indirizzo e presa d’atto che nulla hanno a che vedere con il piano di riequilibrio, e viceversa altre con le quali si costituiscono due nuove partecipate, se ne mette in liquidazione una terza, si crea una nuova azienda, e si aprono le maglie per il più grosso condono occupazionale della storia di Messina, senza avere la possibilità di studiare approfonditamente tutte le implicazioni”.

Oggi la replica degli altri consiglieri di area Pd, che finora invece si sono espressi quasi sempre favorevolmente agli atti del Salva Messina. “Il segretario ha espresso una posizione personale - affermano Biagio Bonfiglio, Claudio Cardile, Libero Gioveni, Nello Pergolizzi, Massimo Rizzo e Alessandro Russo - in una forma certamente singolare dando l’impressione di rappresentare l’intero partito, la cui direzione provinciale, ad oggi, non si è ancora espressa. I consiglieri non stanno affatto firmando 'cambiali in bianco', anzi stanno operando con scrupolo e coscienza, studiando e valutando ogni singolo atto, avendo come obiettivo politico non il sostegno alla Giunta De Luca, bensì la rimodulazione del Piano di Riequilibrio e quindi evitare il dissesto del Comune. Il nostro lavoro di merito è ampiamente dimostrato anche dai numerosi emendamenti  che sono stati proposti ed approvati in queste ore".

"Appare agli scriventi che talvolta sfugga al segretario provinciale (il quale può non conoscere le dinamiche d’aula) che il Partito Democratico (nelle sue due rappresentanze consiliari, PD e LiberaMe) esprima in aula ben nove consiglieri, dei quali gli scriventi costituiscono numericamente e politicamente un nucleo certamente non marginale”.

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