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Salva-Messina, via libera in Consiglio e De Luca ritira le dimissioni

Una seduta fiume di dodici ore, interventi densi di pesantissime accuse e notizie di reato sulla gestione dei servizi comunali, un confronto aperto con l’Aula e qualche momento di tensione con laboratori e sindacati stipati sugli spalti.

Ma alla fine De Luca incassa ancora una volta il risultato: la manovra “Salva Messina” è stata approvata dal consiglio comunale, col voto favorevole di tutti i presenti tranne il Movimento 5 Stelle che aveva preannunciato in mattinata il proprio no (esito finale: 20 sì, 6 no, 2 astensioni, tra cui il capogruppo del Pd Gennaro, a differenza del resto del proprio gruppo).

A fine seduta De Luca ha sciolto le riserve: dimissioni ritirate, “da adesso nessuno può tirarsi indietro, e io non lo posso fare. Adesso i provvedimenti li approveremo insieme”.

Un patto di ferro, perché “il Consiglio non può più far finta di non sapere, sicuramente non sarò io il sindaco del dissesto”, ha detto il sindaco. De Luca ha parlato per ore, distribuendo dossier su servizi sociali, Atm, Amam, Messinaservizi, conditi da pesanti accuse al sistema delle cooperative e ai sindacati.

Il “Salva Messina” si fonda sull’obiettivo di evitare il dissesto finanziario, rimodulando entro il 23 novembre il piano di riequilibrio secondo le linee guida del provvedimento approvato stasera.

Un provvedimento riveduto e corretto con un emendamento del Pd che pone in particolare ulteriori paletti alla privatizzazione della raccolta dei rifiuti e alla salvaguardia dei livelli occupazionali.

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