Il pomo della discordia, o almeno uno di essi, è stato eliminato. Il consiglio comunale (27 favorevoli, 1 astenuto, 2 contrari) ha approvato il nuovo regolamento dell’aula, con il maxi-emendamento frutto di un accordo tra (quasi) tutti i gruppi consiliari, sanando dunque in gran parte la frattura madre col sindaco Cateno De Luca, che aveva caldeggiato le modifiche per garantire tempi certi in aula ed evitare meline.
Ma per una frattura che si sana, un’altra si conclama: quella tutta interna al Partito democratico, spaccato (in testa il capogruppo Gennaro, Antonella Russo e Felice Calabrò) sul provvedimento e sull’iter che ha portato alla sua genesi (nell’edizione in edicola i dettagli).
Queste le modifiche più importanti al regolamento: l’effettiva partecipazione, e quindi l'assegnazione del gettone di presenza, si raggiungerà con la presenza in aula per 40 minuti anche non continuativi o la partecipazione a 2/3 dei lavori, indipendentemente dalla durata della seduta. I consiglieri che sono dipendenti pubblici o privati che rimarranno in aula meno del tempo necessario per ottenere il gettone, non lo percepiranno, ma avranno diritto ad assentarsi dal lavoro ed il Comune sarà comunque obbligato al rimborso degli oneri riflessi.
Infine il passaggio chiave, quello dei tempi: la commissione ha dieci giorni di tempo, il Consiglio cinque. Termini che, però, sono raddoppiati per le proposte di delibere del sindaco e dei componenti della Giunta comunale che riguardano il bilancio di previsione, il rendiconto di gestione, la pianificazione urbanistica e la costituzione di nuove aziende o società municipalizzate.
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