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De Luca e l'annuncio delle dimissioni, ecco tutti gli scenari possibili a Messina

Cateno De Luca

Se il sindaco De Luca dovesse confermare le dimissioni, decadrebbero solo lui e la sua Giunta, non il consiglio comunale. L’attuale legge elettorale, infatti, la legge regionale n. 6 del 29 marzo 2017, è stata parzialmente modificata dalle legge n. 7 del 5 maggio 2017, che riguarda proprio “modifiche di norme in materia di cessazione degli organi comunali”.

La norma prevede che “la cessazione dalla carica di sindaco per decadenza, dimissioni, rimozione, morte o impedimento permanente comporta la cessazione dalla carica della rispettiva Giunta ma non del rispettivo Consiglio, che rimane in carica fino a nuove elezioni da effettuare nel primo turno elettorale utile”. La Regione, dunque, nominerebbe un commissario per sostituire il sindaco e la Giunta, mentre il consiglio comunale, diversamente da quanto si pensasse in questi giorni, rimarrebbe regolarmente in carica fino alle elezioni (che avverrebbero nella prossima primavera).

La situazione, dunque, che si venne a creare nel 2003 quando, decaduto l’allora sindaco Giuseppe Buzzanca, fu sostituito dal commissario Bruno Sbordone, col consiglio comunale del tempo rimasto in carica. Le dimissioni di De Luca, secondo la stessa norma, “diventano efficaci ed irrevocabili trascorso il tempo di 20 giorni dalla loro presentazione al consiglio”. È da capire se i 20 giorni scattino a partire da ieri o dall’8 ottobre, data a cui De Luca ha posticipato le dimissioni “non irrevocabili” con la sua lettera di ieri. La tesi più diffusa è che il countdown dei 20 giorni sia già iniziato, e che quindi il sindaco abbia tempo per tornare sui suoi passi fino al 18 ottobre.

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