Cateno De Luca arriva nella sua nuova stanza con i tempi di una processione. Lentamente riesce a farsi largo fra i supporter nel transatlantico di palazzo Zanca. Entra nel salone affrescato dove lavorerà per i prossimi cinque anni, per la prima volta. «Non sapevo nemmeno dove fosse la stanza del sindaco». Non ci sono più i segni del passaggio del suo predecessore, se non il quadro di Peppino Impastato accanto al presidente Mattarella. Con il neo sindaco solo la più stretta cerchia dello staff e ovviamente la Giunta. Non vuole perdere tempo ed in un’ora butta giù, subito, i suoi primi atti da sindaco. Nomina i suoi sette assessori, dà loro le deleghe con qualche piccolo mutamento rispetto alla versione ufficiosa, a sorpresa (era previsto per domani) li fa anche giurare per farli entrare immediatamente in modalità operativa e poi fa la prima giunta per un atto “stoppa sorprese”.
Vuole che tutti gli uffici valutino l’indifferibilità e urgenza degli atti realizzati negli ultimi 45 giorni per poterli eventualmente rivedere. «So di trasferimenti di ufficio per una decina di dipendenti fatti ieri pomeriggio» dice il sindaco. «Voglio verificare alcuni atti che ho visto pubblicati all’albo pretorio. Negli ultimi 45 giorni occorrerebbe produrre solo ciò che è necessario». Per le deleghe le novità sono tre. La prima è l’imprimatur per Salvatore Mondello, l’assessore con il carico di incarichi più pesante (Mobilità, Infrastrutture, Risanamento e Lavori Pubblici), sarà anche il vicesindaco. I rapporti con il Consiglio comunale, non saranno più di Alessandra Calafiore, ma lo stesso De Luca li gestirà in prima persona. Infine, la delega alle Pari opportunità sarà di Carlotta Previti. Da oggi tutti al lavoro, anche se la fase presa di coscienza dello situazione dell’Ente rischia di durare parecchio. Le prime uscite della Giunta, sulle partecipate in particolar modo, hanno già fatto alzare il radar dei sindacati che si sono affrettati a chiedere un incontro con il sindaco. Mondello conferma l’idea della liquidazione e quella della nascita di una Multiservizi che dovrebbe avere le funzioni oggi in Amam. «Questo perché la legge regionale ci impone di rendere esterna al palazzo la gestione dell’acqua – dice il vicesindaco – su Messina Servizi e Atm vogliamo vedere i conti, capire per esempio quanto costa il servizio tram, e se ha un senso che occorrano 45 minuti da capolinea a capolinea. La privatizzazione del servizio di raccolta dei rifiuti è l’estrema ratio, ma se dai numeri si capirà la soluzione più conveniente per i cittadini e il Comune, la si potrà attuare». Il sindaco, però sembra avere già la risposta: «Guarderemo l’economicità, ma già prevedo che i costi di un servizio affidato con bando di gara esterno possano essere più bassi». E domani vedrà i direttori generali delle tre società di servizi che vuole liquidare «per resettare tutto».