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E ora i due sfidanti si denunciano a vicenda

E ora i due sfidanti si denunciano a vicenda

Cateno De Luca alle 11,5 si è recato alla prima sezione del Nucleo investigativo del Comando provinciale dei carabinieri. Più o meno alla stessa ora Dino Bramanti si è recato in Prefettura e in Questura. La campagna elettorale ha risvolti anche che non c’entrano nulla con la politica o, quanto meno, sul confronto sereno intorno ai programmi.

«Ho presentato denuncia nei confronti del prof. Dino Bramanti – annuncia De Luca – per aver annunciato il mio arresto, al fine di conoscere la sua fonte di informazione e di ottenere eventualmente un risarcimento danni da devolvere in beneficenza». De Luca rinfaccia a Bramanti anche il fatto di aver violato il tacito accordo di silenzio in segno di lutto per la tragica fine dei due ragazzini morti nel rogo di via dei Mille: «Io, fino a quando non verranno celebrati i funerali dei due angioletti, mantengo l’impegno di non fare post di campagna elettorale e di non svolgere comizi e incontri pubblici. Entrambi ci eravamo impegnati a non violare il silenzio di cordoglio, lui lo ha fatto. Ringrazio il prefetto e il questore per il servizio di sicurezza predisposto a salvaguardia delle mie pubbliche iniziative».

Bramanti, da parte sua, si dice molto preoccupato: «La piega che sta prendendo questa campagna elettorale mi preoccupa, così come mi inquieta un clima che non rende più sereno né me né i miei affetti più cari. Ma più di ogni altra cosa mi preoccupa il futuro di Messina, che merita di avere un sindaco che usi parole di verità, parole di serietà, parole di concretezza. Non mi allarmano soltanto le fake-Cateno su promesse che sa di non poter mantenere, il casinò a Palazzo Zanca o i tram volanti, mi inquieta soprattutto un clima di continuo dileggio e denigrazione dell’avversario, un clima che ha esacerbato gli animi della piazza e che mi ha visto costretto, ieri, a recarmi presso le forze dell’ordine. Se inciti la piazza prima o poi ci sono rischi che vanno ben oltre gli insulti e le minacce dei leoni da tastiera che da due mesi imperversano contro me e la mia famiglia. Per questo mi sono recato in Prefettura ed in Questura per rappresentare i timori di un padre di famiglia che sinceramente vuol contribuire alla crescita di Messina, la mia città, la città che amo ed ho appreso che fake-Cateno, non si è limitato nei comizi a dire fandonie sui casinò, ma, dopo aver indirizzato le solite calunnie nei miei confronti è andato oltre. Si è inventato una scorta che non esiste e che nessuna forza dell’ordine gli ha mai dato. È arrivato persino a dire di aver trovato manette appese alla sua porta e che sarei stato ioO il mandante. Non vorrei che la sua delirante fantasia continuasse a galoppare sempre più rapidamente verso una china che è pericolosa per tutti noi. Se davvero De Luca amasse Messina come se fosse la sua città, se amasse Messina come la amo io, avrebbe a cuore le sorti di un’Amministrazione che necessita di serenità e stabilità. Sono preoccupato per le centinaia di famiglie di chi lavora nelle partecipate che il cantastorie De Luca vuole chiudere, per le migliaia di famiglie di chi lavora al Comune e nelle Circoscrizioni e che non hanno alcuna possibilità di essere trasformati in “croupier”. Sono preoccupato perché senza Messinambiente, Amam, Atm, senza adeguato personale al Comune e senza Circoscrizioni non potranno essere garantiti i servizi, la pulizia, il decoro. Torneremmo nell’era delle caverne. Mi preoccupa il clima di esasperazione dei toni e delle accuse verso me in ogni comizio che hanno spinto numerose persone a mandarmi messaggi inquietanti ed è questo che ho rappresentato alle forze dell’ordine. Un tempo la piazza era Agorà, luogo di confronto e nel quale nascevano le idee. Oggi la piazza è diventata arma da brandire contro il competitor elettorale. Il mio appello è ai messinesi, affinchè comprendano che non è con il dileggio e con le falsità che si amministra una città. Serve la verità anche se non è magari così allettante come un comizio di Cetto La Qualunque».(l.d.)

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