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Bramanti apre anche al centrosinistra

L’Irccs di Messina apre un reparto a Salemi

Dino Bramanti prova a cambiare registro. Rimette la giacca e la cravatta, alza i toni, e affronta l'avversario che non nomina mai in un'ora e mezzo di intervento. Per lui Cateno De Luca è solo, testuale "plurindagato e pluriarrestato” e aggiunge "questo dovrebbe bastare a far scegliere altro ai messinesi che andranno al voto fra una dozzina di giorni".

La campagna elettorale la definisce "un insultificio, una macchina del fango sparata sulla nostra coalizione", dice Bramanti che prova a spostare il focus sul metodo, sui programmi.

Dice di voler chiamare i messinesi ad un referendum per sapere cosa ne pensano sul ponte, ma soprattutto sul piano regolatore generale, questo sì di piena competenza della città.

Il centrodestra punta forte sul fatto che eventualmente De Luca non avrebbe nemmeno un consigliere e sintetizza “Ma volete un Accorinti bis, con la macchina amministrativa rallentata?”.

Ma Bramanti, la coalizione, a sua volta prepara il terreno per un colpo a sorpresa. Potrebbe esserci un clamoroso accordo, con apparentamento e senza, con il centrosinistra per far fronte comune in vista del 24 giugno e dei 5 anni a seguire. Una unione delle forze che fino a qualche giorno poteva sembrare come mettere nello stesso bicchiere olio e acqua e che ora sembra essere una svolta.

"Sui programmi- dice Bramanti - abbiamo lavorato per mesi ed è giusto che la città li conosca per bene senza essere distratta dagli insulti e dai teatrini di questi giorni. Altro che cancellare i quartieri- prosegue il candidato del centro destra- devono diventare municipi con la loro autonomia economica".

“Si può fare l'aeroporto a Giammoro e può diventare lo scalo dei messinesi, altro che viaggi interminabili per catania o reggio”.

Poi, in chiusura di conferenza stampa altri affondi. “Ho controllato- dice Bramanti – Io non ho mai avuto un avviso di garanzia o un procedimento giudiziario" e poi promette due cose, la prima è che lascerebbe la poltrona di sindaco se dovesse subire dei condizionamenti personali e poi che se perdesse il ballottaggio, lascerebbe la città con tutta la sua famiglia. “ Non potrei vivere in una messina in cui al posto del Municipio dovesse nascere un casinò”.

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