Un confronto (finalmente) dai toni pacati, senza le risse che spesso hanno caratterizzato la campagna elettorale. Al centro i programmi, ciò che si progetta di fare per i temi cardine della Messina che si appresta a votare. Ieri sera su Rtp è andato in onda l’ultimo confronto televisivo tra i candidati sindaco. Tutti presenti tranne Dino Bramanti, impegnato a piazza Cairoli. Nello studio di “Oltre il Tg”, ospiti di Saro Pasciuto e Salvatore De Maria, incalzati dalle domande poste anche da Lucio D’Amico e Domenico Bertè, i candidati Renato Accorinti, Emilia Barrile, Cateno De Luca, Antonio Saitta, Gaetano Sciacca e Pippo Trischitta.
Primo tema, la necessità di scongiurare nuove emergenze idriche. Accorinti rivendica i primi lavori all’acquedotto e il piano triennale dell’Amam, «che per la prima volta ha un attivo di 5 milioni». Necessario, per la Barrile, «un censimento vero di tutte le condotte», mentre De Luca punta «sull’ammodernamento di tutta la rete, grazie ai fondi regionali». Sciacca è perentorio: «L’Alcantara deve ritornare nelle disponibilità di Messina», mentre per Trischitta «una città come Messina non può avere una condotta degli anni ‘60». Saitta, infine, punta su «manutenzioni e ricerca di nuove fonti di approvvigionamento idrico».
Diversi i temi collegati fra loro. A partire dal waterfront, dalla riqualificazione di Maregrosso e gli intoppi per la nuova via Don Blasco: «Non ci sono colori politici – sottolinea Saitta – la città ha bisogno sia della via Don Blasco che della via del Mare». E per Sciacca «è paradossale scoprire nuove criticità». Trischitta collega queste opere «allo svincolo tra Galati e Giampilieri, che è nel mio programma», mentre Accorinti ribadisce che per la via Don Blasco «noi abbiamo fatto tutto, è una follia che la Regione fermi tutto per un fatto meramente burocratico». Barrile concorda: «La burocrazia è il vero problema. Ed è assurdo che lungo quel percorso insistano ancora così tante baracche». De Luca non è stupito: «Lo avevo già preannunciato che ci sarebbero stati problemi per la via Don Blasco. Questa è improvvisazione».
Immediato il passaggio su Zona falcata e Autorità portuale. «Ci spiace che la politica abbia preferito vendere ad altri altari l’Autorità di Messina», l’attacco di De Luca. E secondo Saitta «serve una forte azione politica per mantenere l’autonomia dell’Authority. La Falce? Lo strumento è il piano regolatore del porto». Sciacca usa il “jolly” del Governo amico: «Ho già parlato col nostro ministro alle Infrastrutture Toninelli». Trischitta, invece, individua un colpevole: «Il ministro Delrio, ma alla Regione ora si riapre la partita della Zes». Accorinti non ammette equivoci: «Ci siamo schierati per l’Autorità dello Stretto. E i ministri non sono amici, devono dialogare con tutti». La Barrile invece riconosce che «ad oggi l’unica proposta di legge è quella dell’on. Siracusano».
Due temi caldi, quelli della continuità territoriale e del futuro della rada San Francesco. Per Saitta «Rfi deve tornare a investire, è uno scandalo che si debba fare un’odissea. Per la Rada la programmazione già c’è ed è nel Piano regolatore del porto». Sciacca rilancia due cavalli di battaglia: «La flotta pubblica, che a luglio partirà» e «la chiusura immediata della rada San Francesco, con l’utilizzo delle invasature oggi chiuse al porto storico». Trischitta non ha dubbi: «Se gli assassini del nostro futuro non avessero fermato il Ponte, non staremmo qui a parlare di questo». E Accorinti: «Stiamo già lavorando insieme a Reggio Calabria, abbiamo ottenuto 26 milioni. E tra 18 mesi col porto di Tremestieri avremo la più grande liberazione della città». Per la Barrile «il sindaco deve ottenere il rispetto dovuto» mentre De Luca è ancora più duro: «Eserciterei il potere di ordinanza, per evitare che si favorisca il privato. Tremestieri? Una grande truffa».
E poi il futuro. I giovani. « Ho designato in Giunta un 25enne, bisogna creare rete con l’università e le scuole». De Luca si sbilancia: «Ho pronto un piano straordinario di tirocini formativi, che porterà a mille assunzioni l’anno». Saitta punta su «politiche aggregative, scolastiche, culturali, sportive, e prima di tutto creare opportunità di lavoro». Sciacca pensa all’utilizzo «dei beni comunali oggi abbandonati per avviare start-up», mentre Trischitta ha in mente «un ufficio “chiavi in mano” per i giovani imprenditori». Chiosa di Accorinti: «Noi lo abbiamo fatto già, inaugurando al Palaculturla il primo sportello per l’imprenditorialità giovanile»