Sicurezza del territorio, cento piccoli cantieri e la rigenerazione urbana: eccola la ricetta di Gaetano Sciacca. Quello di ieri era in penultimo degli appuntamenti con “Oltre il Tg”, l’approfondimento politico di Rtp dedicato alla campagna elettorale delle amministrative. In studio il conduttore Rosario Pasciuto, il direttore della testata Lucio D’Amico e il giornalista della Gazzetta del Sud Emanuele Rigano. Con il candidato pentastellato uno degli assessori designati, l’attore e regista Luca Fiorino, destinato alla delega alla Cultura. Sciacca fu uno dei firmatari del manifesto pro-Accorinti nel 2013 ed è stato “accostato” nel tempo a vari partiti e schieramenti. «Faccio il dirigente regionale, è normale che mi interfacci con il presidente della Regione – ha risposto –. Ma devo anche ricordare che spesso sono stati loro i primi a prendermi di mira». Ma perché oggi i risultati dovrebbero essere diversi rispetto a cinque anni fa, quando Maria Cristina Saija si fermò al 2,86% (ma con 25.674 preferenze alle successive alle Europee del 2014)? «Ad oggi è cambiato il Movimento, quello era introverso, ora è più aperto alle professionalità e ai giovani. C’è entusiasmo, io ci metto l’esperienza, siamo un binomio vincente». Da ex numero uno del Genio Civile e da “architetto” della ricostruzione di Giampilieri, Sciacca, non può non avere un occhio di riguardano alla sicurezza del territorio. «È una precondizione assoluta e vi dico fidatevi degli ingegneri. L’ultimo ad aver fatto il sindaco è stato Merlino ed ancora si parla di tutte le opere che sono state realizzate. Aggiungeteci che ho lavorato nella pubblica amministrazione e ho maturato tanta esperienza». Ma Sciacca non è candidato da grandi opere, preferisce tante piccoli cantieri ad immediato impatto: «I terreni del Comune abbandonati potrebbero essere consegnati in comodato d’uso per farne aziende agricole o vitivinicole. Un imprenditore deve avere certezza che in 60 giorni può aprire la sua attività, servirà uno sportello che lo garantisca. I dirigenti non devono essere cacciati a Zanca ma motivati». Gli fa eco Luca Fiorino: «Nasca un museo della Vara ma si allunghi a tutto l’anno questo evento che oggi è solo episodico. Poi, si coinvolgano le periferie in un network». Sciacca aspettando l’arrivo in città di Luigi Di Maio si affida all’obiettivo del raggiungimento di un maggiore decoro della città e dalla rigenerazione urbana: «C’è un’edilizia sostenibile da rilanciare in città, senza nuovi volumi e senza nemmeno spostarli come avrebbe fatto il salvacolline. La fiera va aperta 365 giorni l’anno e recuperiamo l’affaccio a mare spostando gli imbarcaderi di rada S. Francesco al porto storico dove verrebbe rigenerata una zona adesso impoverita con quelle 5 invasature vuote». Sempre a Zanca, terrebbe per sé la delega alla polizia municipale ma non privatizzerebbe mai gli asset dei servizi: «Servono manager capaci».
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