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De Luca, «un sindaco sceriffo a Messina»

De Luca, «un sindaco sceriffo a Messina»

Un programma quasi “leghista” e un atteggiamento da “sindaco-sceriffo”. Cateno De Luca, ospite del secondo ciclo di “Oltre il Tg” dedicato alle amministrative del 10 giugno, sceglie di presentarsi così ai telespettatori di Rtp nell’angolo di palinsesto (ogni martedì e giovedì pomeriggio) dedicato ai candidati alla poltrona più importante di Palazzo Zanca. Ieri De Luca ha depositato quattro delle sei liste annunciate (altre due verranno consegnate oggi agli uffici comunali) e formalizzato i nomi di tutti gli assessori, soddisfatto che i messinesi abbiano raccolto in maniera massiccia la sua richiesta d’aiuto per sottoscrivere le candidature. «A quanto ne so i 5 Stelle hanno contribuito con sole 23 firme, ma al di là dei numeri ho apprezzato il gesto e ringrazio i 1500 messinesi che si sono fiondati a firmare». Dopo aver rivelato di aver rifiutato l’apporto di ben 19 dei consiglieri comunali uscenti che si erano proposti di sostenerlo, De Luca ha spiegato il perché della sua candidatura e iniziato a snocciolare i punti del suo programma «Sto bene in trincea, Messina è la città che più rappresenta le contraddizioni della Sicilia, tutti sanno che la mia ambizione è diventare presidente della Regione, fare il sindaco di Messina è una tappa quasi d’obbligo. Ho già le idee chiare sul da farsi – ha aggiunto – abolirò i Quartieri o azzererò le indennità, Messina non può permettersi di spendere 1,5 milioni all’anno per un decentramento che non c’è mai stato. I dirigenti comunali passeranno da 23 a 5, avvierò il baratto amministrativo per permettere a chi non può pagare le tasse quantomeno di rendersi utile e inviterò i cittadini a trasformarsi in sentinelle civiche nei quartieri». Punzecchiato dalle domande del conduttore Salvatore De Maria e dei giornalisti Gisella Cicciò e Lucio D’Amico, De Luca ha parlato anche del confine tra ricerca del voto e clientelismo: «Durante le regionali a Mangialupi ho portato 2 kg di salsiccia e li abbiamo arrostiti, non ho dato né pacchi pasta né ne’ buoni della benzina», ha detto. Poi è tornato ancora sul programma per la città: «Non voglio più vedere extracomunitari ai semafori o ambulanti abusivi per strada, vandali o gente che bivacca nelle piazze della città, voglio decoro urbano e isole pedonali solo dove servono, non voglio che si spendano 1,5 milioni di euro del Pon Metro per l’autoimprenditorialità dei Rom e non voglio più vedere 25 persone impiegate all’ufficio protocollo di una partecipata, non voglio il tram e voglio la sede del Municipio all’ex Città del Ragazzo, un casinò e uno spazio per croceristi a Palazzo Zanca. Da sindaco – ha aggiunto – avrò la delega al Ponte sullo Stretto». Alla fine l’appello: «Fino ad oggi nessuno ha amministrato veramente questa città. Ora i messinesi sono chiamati a fare una scelta di vita per i prossimi 10 anni». E in serata De Luca ha tenuto il suo comizio in un’affollatissima piazza Cairoli.

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