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Bramanti sotto assedio e al contrattacco

L’Irccs di Messina apre un reparto a Salemi

Tutti concordi sulla necessità di confrontarsi su programmi e problemi reali ma la verità è che l’incendio ormai si è propagato e si sviluppa su più fronti. È un altro giorno di avvicinamento all’appuntamento cruciale del prossimo 10 giugno, quando si decideranno le sorti di Palazzo Zanca e Messina, in quella tornata, sarà uno dei banchi di prova più importanti e “monitorati” anche a livello nazionale. Ieri, sullo sfondo del caso Irccs Neurolesi, è deflagrato un altro scontro, innescato da Dino Bramanti nei confronti dell’Università, con bersagli dichiarati ovviamente l’ex rettore Pietro Navarra e il candidato del Centrosinistra Antonio Saitta.

Dino Bramanti

«Domattina mi recherò dal procuratore della Repubblica perché non intendo trascorrere il resto della campagna elettorale come bersaglio di calunnie ed illazioni che offendono me e l’istituzione che ho avuto l’onore di guidare in tutti questi anni e di portarla all’eccellenza». Il domattina ovviamente va letto per stamane. Comincia così la nota diramata in serata dall’ex direttore scientifico dell’Irccs Neurolesi: «Quando ho scelto di candidarmi a sindaco per continuare ad essere al servizio della mia città, in modo diverso rispetto a quanto fatto nel corso della mia lunga ed onoratissima carriera, mai avrei pensato di finire oggetto di menzogne che infangano la mia reputazione e quella di uno dei migliori presidi sanitari a livello nazionale. Si è scatenata tra i miei competitor alla carica di sindaco, una gara di attacchi a Bramanti e questo mi fa ritenere che sono il candidato da abbattere con quei sistemi che ancora a Messina esistono: la maldicenza, la cultura del sospetto. Più cresce il consenso dei messinesi verso di me più si alza il tiro contro un presidio sanitario che ha garantito e garantirà assistenza a pazienti di tutta Italia e posti di lavoro. Evidentemente per qualcuno applicare la legge Madia sulle stabilizzazioni è reato. Dare lavoro in trasparenza e non lasciare i precari attaccati al bisogno è reato. Io mi sono autosospeso ormai da settimane eppure c’è chi continua a dire che l’Irccs è parte in causa nell’agone elettorale, restando invece e stranamente silente – ecco l’attacco al cuore del Pd di Navarra-De Domenico-Saitta – su ben altre presenze ingombranti di istituzioni, come l’Università che da ben 3 competizioni elettorali ha trasformato la sede del sapere in sede del potere. Faccio paura – insiste Bramanti – probabilmente perché c’è chi paventa che i traguardi che sono riuscito a conseguire con umiltà e tenacia per la sanità potrei raggiungerli per la mia città. Faccio paura perché la mia vita professionale è la prova che si può restare a Messina e creare posti di lavoro, creare sviluppo ed eccellenze. Ebbene, questo fuoco incrociato contro di me mi ha convinto che sono sulla strada giusta e ho toccato tasti dolenti, quelli di chi non vuole cambiare niente. Non ho nulla da temere ma non voglio che l’Irccs a causa mia sia esposto a quotidiani attacchi strumentali, a veleni che s’insinuano appositamente per beceri secondi fini. Per questo chiederò alla Procura di essere ascoltato, non farò oltre da bersaglio vivente».

Antonio Saitta

Proprio ieri il candidato sindaco del Centrosinistra, prendendo spunto dall’articolo pubblicato dalla Gazzetta del Sud con il titolo “Una campagna senza pesticidi. È troppo?”, aveva deciso di lanciare l’hashtag #RispettoMessina. «Il confronto e la critica, reale o virtuale, non dovrebbero essere confuse con l'attacco personale, le ingiurie che possono trascendere ai limiti della diffamazione e l'odio per l'avversario – scrive Antonio Saitta –, ho auspicato in un mio post su Facebook l'1 maggio una campagna più serena e responsabile verso la città, nel rispetto di chiunque aspiri ad amministrare il Comune nei prossimi cinque anni».

Pippo Trischitta

E sulla vicenda per la quale Bramanti intende andare oggi in Procura, si sofferma anche Pippo Trischitta che ha preannunziato per stamane una conferenza stampa. «Non credo che l’Irccs Centro Neurolesi sia fuori dall’agone elettorale, così come dichiarato dal direttore generale Angelo Aliquò, a seguito della bagarre scoppiata tra l’on. De Luca e il prof. Bramanti. Voglio tornare sull’argomento delle “strane assunzioni” di cui nei giorni scorsi ha parlato Cateno De Luca, peraltro goffamente ritirandosi dopo aver lanciato il sasso e giustificandosi con l’esistenza di “dichiarazioni anonime”. E intendo andare oltre questa discussione che a tal punto appare solo un particolare rispetto ad una candidatura anomala. Se già un mese fa io stesso avevo convocato la stampa per supporre una questione di “opportunità” circa la candidatura di Dino Bramanti, in quanto ancora in quel momento direttore scientifico del Centro Neurolesi e a tutt’oggi componente del Consiglio superiore della Sanità, adesso, visti gli sviluppi sempre intorno all’argomento Irccs, mi pongo delle domande. Guardando a ritroso nei mesi precedenti, è nata prima l’ipotesi della candidatura di Bramanti, proposta dal “triunvirato” Genovese-Germanà-Amata oppure è nata prima la proposta di Legge dell’accorpamento tra l’ospedale Papardo e il Centro Neurolesi-Piemonte? Non sembra proprio che l’Irccs sia fuori dall’agone politico-elettorale, piuttosto vi è entrato nello stesso momento in cui il prof. Bramanti ha accettato la candidatura a sindaco, sotto la sponsorizzazione di chi ha presentato quel disegno di legge, Luigi Genovese, figlio di Francantonio Genovese, nonché dello stesso assessore alla Sanità Razza, presente una quindicina di giorni fa all’appuntamento elettorale del Forum giovani, a sostegno del candidato del Centrodestra».

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