La mobilità sostenibile e le isole pedonali, il senso di un’esperienza civica e la “difesa” del ruolo dei partiti, le prospettive di un ballottaggio ritenuto da molti il più probabile degli epiloghi e, in coda, il Ponte sullo Stretto che come spesso accade, pressoché sempre, si insidia tra i temi da campagna elettorale.
Non sono mancati i temi “caldi”, nel confronto televisivo che ha visto protagonisti, ieri a “Oltre il Tg” su Rtp, il candidato sindaco Pippo Trischitta, l’attuale vicesindaco e candidato con la lista “Percorso comune” Gaetano Cacciola e Giuseppe Grioli, uno dei leader di “Art. 1”, il movimento di cui è espressione la candidata vicesindaco del centrosinistra Maria Flavia Timbro (che, invece, sarà in studio domani, insieme a Renato Accorinti e Daniele Zuccarello). Tutti ospiti di Domenico Bertè e incalzati dal direttore di Rtp e vice caporedattore della Gazzetta del Sud Lucio D’Amico.
Inevitabile lo “start” dedicato alle isole pedonali, che ha visto spesso contrapposti, durante questo mandato, proprio Cacciola e Trischitta. Il vicesindaco non ha nascosto le delusione per come si è sviluppato il dibatitto, il più delle volte con toni sopra le righe. «Ma adesso c’è un piano della mobilità e da quello si dovrà ripartire», ha chiarito. Trischitta le sue idee le ha esplicitate da tempo: «Viale San Martino pedonale, più la rambla che va dalla dogana fino a piazza Cairoli». Grioli sembra più in linea con il metodo Cacciola: «La politica non può fossilizzarsi per mesi discutendo di isola pedonale, diamo parola ai tecnici». Ma il centrosinistra, che punta sul centro commerciale naturale come detto dal candidato sindaco Antonio Saitta, «crede nella mobilità sostenibile ed eco-compatibile».
Sul piano politico, Grioli ha rimproverato a Cacciola, ma in generale all’Amministrazione Accorinti, «una mancata condivisione del progetto in questi cinque anni». Lasciando intravedere, però, possibili aperture per un eventuale secondo turno. «Questo “splendido isolamento” – ha spiegato Cacciola – ci ha fatto nascere, cinque anni fa. Un’esperienza dichiaratamente fuori dai partiti, che non ha fatto però mancare il confronto sulle cose da fare». Un contesto che oggi, però, fa sentire Trischitta «schiacciato da una parte dal trio Genovese-Germanà-De Luca, che sono la stessa cosa, dall’altra dal gruppo di potere universitario del Pd».
Impossibile non toccare l’infuocato tasto del patto Bramanti-De Luca. «Ho pensato che si volesse nascondere un patto elettorale successivo – la chiave di lettura di Grioli – oppure che fosse un tentativo di convincere l’altro a ritirarsi. Io penso che alla fine quella conferenza abbia fatto del male ad entrambi. Il ballottaggio? Lì è un uno contro uno, non si trasferisce l’elettorato così facilmente. Però è chiaro che una buona parte di elettorato troverebbe facilmente un riferimento in Saitta». Così, invece, Cacciola: «Francamente non l’ho capito il senso di quella conferenza stampa. E forse non l’hanno inteso nemmeno loro». Tranchant Trischitta: «De Luca ha mancato di rispetto a Bramanti. Penso, comunque, che chiamerò Maurizio Gasparri per suggerirgli di cambiare candidato del centrodestra. Chi si rifiuta di andare ai confronti tv, come farà in consiglio comunale?».
Quando a Cacciola è stato chiesto se avesse ambito a prendere il posto di un Accorinti bis, il vicesindaco ha risposto così: «Renato è la bandiera di un percorso, il più adatto perché la popolarità conta. Poi è chiaro, ci sono modi diversi di interpretare un’esperienza, da qui le diverse liste». E sull’effetto trascinamento l’analisi di Griola è stata questa: «È depotenziato dal numero dei candidati, perché il ballottaggio è certo».