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Cosa ci si aspetta dal prossimo sindaco

Cosa ci si aspetta dal prossimo sindaco

Nelle speranze delle persone di una certa età il ritorno agli antichi splendori di una città un tempo ricca di importanti aziende e attività commerciali, in quelle dei giovani un ravvivamento generale ed un futuro professionale attualmente difficile da immaginare a Messina.

In vista delle prossime elezioni amministrative abbiamo chiesto ai messinesi di varie fasce di età quali dovrebbero essere, secondo loro, le priorità del prossimo sindaco di Messina. Da parte di tutti è emersa la richiesta di attenzione verso le piccole cose, dalla pulizia delle strade alla rivalutazione delle bellezze cittadine, ma anche verso una seria azione amministrativa volta a creare nuovi sbocchi occupazionali per consentire ai giovani la possibilità di restare. «Il traffico a Messina è spesso in tilt – afferma il signor Carmelo Trimarchi, 83 anni, pensionato –. Serve un approfondito studio sulla viabilità e una maggiore pulizia della città. Su quest’ultimo punto, naturalmente, dobbiamo responsabilizzarci innanzitutto noi cittadini, ma sicuramente l’azione dell’amministrazione può essere più efficiente. E ovviamente bisogna pensare al futuro dei giovani che stanno andando tutti via».

«Io posso considerarmi fortunato perché lavoro nell’impresa di famiglia – spiega Gioele Santo Strano, 21 anni, elettricista –, ma i miei coetanei faticano a vedere un futuro in questa città. Bisogna creare nuovi sbocchi, magari a partire dal turismo che potrebbe essere la prima risorsa per la nostra terra. Credo invece che sia stato fatto molto per quanto riguarda il trasporto pubblico, ma se dovessi fare una proposta in quest’ambito proporrei una ulteriore attenzione verso i villaggi».

«In città negli ultimi anni, a mio avviso, è stato fatto tanto, ma c’è davvero ancora tanto da fare – dice la 24enne Melissa Venuti –. Innanzitutto bisogna pensare ad un rifacimento del manto stradale, pieno di buche da nord a sud. Sarebbe bello inoltre vedere più addobbi durante le festività, perché a Messina l’aria di festa è sempre più scarsa. Credo che in città ci sia stato un inizio di risveglio culturale, ma potrebbe aumentare con l’organizzazione di maggiori iniziative rivolte soprattutto ai ragazzi. E per quanto riguarda i giovani non si può non pensare al dramma occupazionale. Su questo, però, sono sfiduciata. La crisi del sud Italia è troppo seria. E anche io presto mi unirò all’esercito dei miei coetanei che hanno dovuto lasciare la propria città».

«Oltre a pensare a creare nuovi sbocchi occupazionali – sottolinea la 25enne Chiara Maimone – penso che un’amministrazione comunale dovrebbe interessarsi anche di controllare le modalità occupazionali delle aziende cittadine. C’è troppo sfruttamento e maltrattamento ai danni dei più giovani, spesso trattati come ragazzini alle prime armi nonostante i titoli e l’esperienza. Per quanto riguarda gli ambiti di investimento il primo dovrebbe essere quello del turismo perché credo che Messina potrebbe vivere innanzitutto di questo. Dalla città dello Stretto passano tantissimi crocieristi, sta a noi dargli motivo di fermarsi». Ricorda con amarezza i «bei tempi in cui i giovani potevano pensare di lavorare nelle aziende operanti in città», il signor Giuseppe De Vardo, 71 anni, sindacalista storico della Uil e pensionato: «Una volta qui c’erano la Sanderson, i cantieri Rodriquez e varie attività commerciali che rappresentavano il cuore pulsante della città. Oggi penso bisognerebbe ripartire dal commercio e dall’edilizia. Naturalmente non mi riferisco all’edilizia selvaggia, ma alle costruzioni fatte con criterio. E bisogna pensare alla pulizia della città che attualmente è sporca. Bisogna pensare alle riparazioni di scuole, piazze e strade per ripartire dalle piccole cose». Secondo i coniugi Giusy Brigandì, 47 anni, impiegata, e Claudio De Francesco, 50 anni, architetto «le prime due parole da scrivere sull’agenda del prossimo sindaco sono pulizia e manutenzione. È importante ripartire dall’immagine della città, che è il suo biglietto da visita, e per farlo servirebbe anche una riscoperta di varie bellissime zone sottovalutate. È la base per ricostruire una Messina nella quale i nostri figli possano restare. Attualmente noi vedendo la città morta diciamo a malincuore ai nostri figli di pensare ad un futuro altrove. Inoltre, per quanto riguarda i ragazzi servirebbero maggiori controlli perché troppo spesso gruppi di giovani bulli aggrediscono i loro coetanei in pieno centro. A nostro figlio è successo e non siamo più tranquilli quando esce con i suoi amici».

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