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Barrile: «Popolana? Orgogliosa di stare vicina alla gente» Calabrò: «C’è chi attacca i partiti e poi li sfrutta per i voti»

Barrile: «Popolana? Orgogliosa di stare vicina alla gente» Calabrò: «C’è chi attacca i partiti e poi li sfrutta per i voti»

Emilia Barrile non chiude la porta al Pd e il Pd, o per meglio dire Felice Calabrò, non la chiude alla Barrile. Segnali in vista di un potenziale ballotaggio? È uno degli spunti emersi dalla puntata di ieri di “Oltre il Tg-Speciale elezioni” in onda su Rtp, pepe che si aggiunge ad un campagna elettorale dai toni già piccanti. Risanamento, segnaletica turistica, spazi verdi, in sintesi il programma della presidente del Consiglio, oggi candidata sindaco con “Leali”: «Partiamo da progetti concreti, cose semplici, ma riteniamo necessario riattivare l’ufficio “Programmi complessi». Perché non sto più nel centrodestra? «Ho seguito Genovese in Forza Italia per coerenza, ho accettato le scelte alle Regionali e alle Politiche per non rompere l’armonia interna, poi sono state prese altre scelte ma mi aspettavo di non essere presentata come sindaco perché vengo considerata popolana, non rientro negli alti profili auspicati. Mi tengo la gente e preferisco andare da sola».

In Felice Calabrò sembrano essere ancora vive le “ferite” del tradimento interno che si è consumato nel 2013, quando al ballottaggio a sorpresa la sua coalizione perse, favorendo l’ascesa di Renato Accorinti: «Qualcuno ha tirato i remi in barca, sono stato segato», ammette. Ma guarda già avanti e proverà a rientrare in consiglio comunale: «Sono stato per due volte capogruppo del Pd, è il mio partito, mi piacerebbe tornare per sottolineare l’importanza di questo ruolo». Per farlo ha messo da parte l’ambizione di una ricandidatura da sindaco: «Avevo lanciato un appello per le primarie, l’ho ritirato una volta appurato che Antonio Saitta metteva d’accordo tutto lo schieramento. Bisogna ripartire dal quotidiano, non mi piace chi attacca i partiti ma poi si prende i voti». In corsa c’è anche Daniele Zuccarello, che insiste sulla volontà di candidarsi a sindaco: meritocrazia, trasparenza, sostegno all’imprenditoria e all’universo della disabilità i punti chiave di un programma che ormai da tempo sviluppa e racconta attraverso i social network. Attacca i Cinquestelle e l’Amministrazione Accorinti, che si difende con l’assessore all’Ambiente Daniele Ialacqua: «Alcune scelte che abbiamo preso hanno pagato subito, altre hanno bisogno di più tempo. Abbiamo mantenuto pubblica la Messina Servizi, è stato predisposto il contratto di servizio per la cura del verde pubblico, lasciamo gli strumenti per operare a chi arriverà. Mi sono state chieste le dimissioni 54 volte, mai era successo nemmeno con gente molto più scarsa. Dissesto? Inizialmente ero a favore anch’io, ma poi ho cambiato idea perché sarebbe stato troppo duro per Messina sul piano dell’immagine ma anche per i creditori. Tutti però ci aspettavamo tempi più rapidi, è stato un martirio anche per noi».

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