Il sostegno dei partiti del centrodestra e peso della corrente accademica nel centrosinistra. Le incognite all’interno delle coalizioni e gli obiettivi sui punti cardine. Il primo confronto televisivo tra Dino Bramanti e Antonio Saitta, candidati sindaci di centrodestra e centrosinistra, si è svolto all’insegna del fair play, accendendosi solo quando si tocca il tema sanità. Ma è un fuoco che si spegne rapidamente: mancano ancora due mesi alle Amministrative e Bramanti e Saitta, ospiti di Salvatore De Maria a “Oltre il Tg - Speciale elezioni” su Rtp, decidono di mantenere un profilo pacato, nonostante non mancassero gli spunti offerti da domande e interventi di Lucio D’Amico, vicecaporedattore di Gazzetta del Sud e direttore di Rtp, e Michele Barresi, segretario provinciale della UilTrasporti.
Un primo confronto che ha dato modo ai due candidati di chiarire alcuni punti che spesso hanno caratterizzato questi primi giorni di campagna elettorale. Bramanti toglie subito il dente sul nodo partiti-simboli: «Lo dico chiaramente, io sono con i partiti, sono con la coalizione di centrodestra, con una lista civica del sindaco e con altre liste civiche. Ma ho voluto anche dare un’apertura a tutte le forze politiche perché un momento drammatico come questo lo richiede». Alla questione corrente accademica del Pd si arriva a fine puntata, ma Saitta non si sottrae: «Non vedo nulla di strano se a conclusione di un mandato ricco di successi si decida di iniziare un’altra esperienza. Io comunque faccio politica da quando avevo i calzoni corti e in autonomia e credo che proprio per questo sia stato individuato come candidato sindaco capace di far sintesi tra le anime del centrosinistra».
Una sintesi faticosa, perché le turbolenze non sono mancate o non mancano tutt’oggi da una parte e dall’altra. «Il centrosinistra non sarebbe tale se non ci fossero discussioni – esordisce con una battuta Saitta –. Ma i partiti sono necessari, seppur non sufficienti. Non conosco esempi di democrazia senza partiti, ma è doveroso aprirsi alla città, alle associazioni, al mondo delle professioni». Una sintesi che il centrodestra non è riuscito a trovare né con Cateno De Luca, né con Pippo Trischitta né, ad oggi, con Emilia Barrile: «Le turbolenze ci sono, ma precedenti alla mia candidatura. Con la Barrile il dialogo è ancora aperto, ma al tempo stesso va registrato, ad esempio, che è stata definita la situazione con l’on. Calderone».
È quando Saitta adombra manovre politiche tutt’altro che casuali (il ddl Genovese) sulla possibile fusione Irccs-Papardo che il confronto cambia tono: «Niente di vero, non ne sapevo nulla e per me il Papardo deve tornare a essere eccellenza, mantenendo la propria autonomia».
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