La scuola si attrezza e affronta la sfida dell’intelligenza artificiale. Superati resistenze e pregiudizi iniziali, col nuovo anno scolastico scatta la sperimentazione sull’utilizzo dell’IA nella didattica. Per ora solo in 15 classi di seconda media e di prima e quarta superiore delle regioni Lazio, Calabria, Toscana e Lombardia. Vi è l’intenzione, però, di estendere l’esperienza per farla diventare strutturale dal 2026, sempre se la sperimentazione funziona.
Spiega il titolare del dicastero dell'Istruzione, Giuseppe Valditara: « Il cellulare crea dipendenza, distrae, non ha una efficacia didattica». Invece, gli assistenti virtuali dell'IA, tramite pc e tablet, facilitano l'apprendimento.
L’idea è quella di sperimentare per un biennio l’utilizzo dell’intelligenza artificiale nei processi di personalizzazione dei percorsi di apprendimento per ridurre il divario di studenti e studentesse, ma anche di alunni ed alunne. In classe, a dare man forte al docente, ci saranno degli assistenti virtuali integrati – prima nelle discipline Stem (scienze, tecnologia, ingegneria e matematica) e nelle lingue straniere – che affiancheranno gli allievi nello studio per favorire l’apprendimento personalizzato e semplificare il lavoro degli insegnanti. Un software specifico analizzerà le performance degli studenti per rilevare eventuali difficoltà e segnalare le problematiche agli insegnanti che andranno a personalizzare la lezione sulle esigenze degli allievi.
Si parte con la formazione dei docenti mentre la partecipazione del gruppo classe è subordinato al consenso dei genitori per garantire la protezione della privacy. Per ora i dirigenti scolastici stanno selezionando alunni e classi assicurandosi la partecipazione di docenti e studenti.
In Calabria la sperimentazione nazionale parte con due quarte classi informatica del Tecnico Tecnologico “Malafarina” di Soverato e due classi dell’Istituto Comprensivo di Platì (RC). In una delle classi, con il docente, entra l’assistente virtuale, l’altra classe, invece, con la didattica tradizionale, sarà di controllo. A monitorare il progetto pilota ci penserà l’Invalsi, l’Istituto nazionale per la valutazione del sistema educativo, che confronterà l’andamento degli studenti in sperimentazione con quelli delle classi tradizionali. Gli esiti della ricerca permetteranno di valutare se questa nuova applicazione funziona nel migliorare gli apprendimenti e possa essere presupposto utile per implementare il metodo.
Ispiratore della nuova sperimentazione uno studio di Bloom del 1984, che parametrò l’impatto di assistenti in classe sui risultati degli studenti. Un ulteriore step per l’IA che approda a pieno titolo in classe.
Le ricerche di Indire
Nel panorama dell’istruzione nazionale l’IA, in realtà, ha già all’attivo significativi studi, ricerche e sperimentazioni a partire dal gruppo di lavoro dell’European Digital Education Hub (EDEH Hub) “AI in Education” della Commissione europea che ha analizzato vari aspetti sull'utilizzo e impatto dell'intelligenza artificiale sull'istruzione producendo fondamentali report informativi.
«Le prossime tematiche di lavoro includeranno l'IA spiegabile (XAI) e lo sviluppo di criteri di valutazione per l'idoneità delle tecnologie AI in classe», spiega Jessica Niewint, referente responsabile di ricerca di INDIRE (Istituto Nazionale Documentazione Ricerca Educativa) per l’area. Con la diffusione di strumenti dell’IA, come per esempio ChatGPT, le competenze di base utilizzate, in modo consapevole e responsabile, rimangono più che mai importanti. «Anche se l'intelligenza artificiale può aiutare a svolgere compiti come la generazione di saggi o la risposta a domande - sottolinea Jessica Niewint - l giovani hanno comunque bisogno di solide capacità di lettura e scrittura per usare questi strumenti in modo consapevole e responsabile. Saper leggere e scrivere per valutare la qualità dei contenuti generati dall'IA e comprenderne i limiti».
Tra i vari progetti in sperimentazione a firma INDIRE, si parte da “PATHS e la filosofia con l’AI” a “Public history” per l’approccio interdisciplinare e laboratoriale con la filosofia e la storia. Si spazia, poi, da “Text to image” per innovare le metodologie di apprendimento nella scuola primaria e nelle medie, con particolare attenzione agli studenti con bisogni speciali (Bes), a “Neuroscienze e tecnologie” dove il docente può adattare in tempo reale i contenuti educativi, offrendo suggerimenti o materiali alternativi in base ai punti di forza e alle aree di miglioramento dello studente personalizzando i percorsi di apprendimento, fino all’utilizzo dell’IA nei processi della scuola e nella formazione. Da marzo 2023, Indire ha reso disponibile per tutte le scuole un ambiente ad hoc con articoli, video e materiali formativi.
Peraltro, alcune significative sperimentazioni di utilizzo dell’AI in ambito didattico erano già state avviate dalle autonomie scolastiche. Tra queste quella della rete di 54 istituti del Friuli Venezia Giulia, che ha pubblicato il documento “Costruire il futuro. Linee Guida sull’utilizzo dell’IA in ambito scolastico” e la Rete Nazionale Licei Scienza dei dati e Intelligenza Artificiale, guidata dal Liceo “Michelangelo Buonarroti” di Monfalcone, che ha costruito un curricolo che connette Intelligenza Artificiale con competenze liceali. Tra le scuole della Rete Nazionale dei Licei che hanno avviato la curvatura curricolare Scienza dei dati e Intelligenza Artificiale vi è anche il Liceo Scientifico “Alessandro Volta” di Reggio Calabria.
Un'assistente virtuale per segnalare le difficoltà: l'entusiasmo dell'ITT Malafarina di Soverato
"All’alba dell’anno scolastico 2024-2025, l’ITT “G. Malafarina” di Soverato si conferma presidio educativo d’eccellenza e all’avanguardia, con un’importante novità che lo proietta nell’élite del panorama scolastico nazionale". A scriverlo sull'ultimo numero dell'inserto Noi Magazine è la redazione giornalistica dell’ITT “G. Malafarina” Soverato (CZ).
L’Istituto guidato dal dirigente scolastico prof. Saverio Candelieri, infatti, è stato individuato dal Ministero dell’Istruzione e del Merito fra le quindici scuole, di cui quattro in Calabria, che, in Italia, guideranno una vera e propria rivoluzione digitale sul piano della didattica, con riferimento alla sperimentazione circa l’impiego dell’intelligenza artificiale. Il progetto, dalla durata di due anni, è volto a consentire l’utilizzo di un software che, come assistente virtuale, affiancherà i docenti aiutandoli ad individuare e a segnalare le difficoltà di apprendimento di ogni singolo studente.
La nuova tecnologia, ovviamente, non sostituirà il docente, ma rappresenterà per questi un efficace supporto, utile a consentire un intervento ancor più tempestivo, mirato e risolutivo. Sottoposto a preventiva e adeguata formazione, il docente potrà guidare ed orientare l’attività dell’intelligenza artificiale, per ottenere strumenti di potenziamento nell’attività di differenziazione dei percorsi di apprendimento.
Lo studente, in definitiva, potrà beneficiare dell’offerta di un’esperienza formativa ancor più centrata sulle proprie personalissime peculiarità ed esigenze, guadagnando in termini di qualità e tempi dell’apprendimento.
Nell’Istituto soveratese sono state selezionate due classi parallele nell’ambito dell’indirizzo “Informatica e Telecomunicazioni”, referente del progetto il professore Claudio Cherubino. Mentre la prima prenderà parte attivamente alla sperimentazione nazionale, la seconda manterrà le metodologie pregresse: sarà l’INVALSI a comparare i risultati al termine del biennio sperimentale, incrociando i dati forniti dal Malafarina e dalle altre scuole selezionate.
Nel caso di riscontri positivi, il Ministero intende perseguire l’ambizioso obiettivo di portare l’intelligenza artificiale in classe in tutte le scuole d’Italia dal 2026. Orgoglioso e, allo stesso tempo, determinato, il dirigente Candelieri sottolinea come la sperimentazione miri a rilanciare l’ascensore sociale, offrendo a studentesse e studenti l’opportunità di migliorare il proprio livello d’istruzione indipendentemente dalle condizioni di partenza, e, contemporaneamente a contrastare il fenomeno della dispersione scolastica.
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