L'Europa e i giovani al voto: no alla disinformazione per partecipare e incidere su ciò che ci riguarda
Oltre l’assioma del diritto/dovere: il voto è una insostituibile opportunità di partecipazione costruttiva al dibattito pubblico, che presuppone conoscenza e interesse. A pochi giorni dalle elezioni europee, è massiccia la campagna di comunicazione, anche istituzionale, volta da un lato a combattere l’astensionismo, dall’altro a marcare le differenze tra l’informazione corretta e il dilagare di fake e “post verità”, per contrastare la disinformazione coinvolgendo il grande pubblico, in particolar modo i giovani. E in tale solco si è inserito anche “Comunicare l’Unione Europea: conoscere, partecipare, votare” l’incontro che, nell’ambito di Unime GDS Lab, il laboratorio di tecnica giornalistica promosso dall’Università di Messina con Società Editrice Sud Gazzetta del Sud Giornale di Sicilia all’interno della Gds Academy, si è svolto nell’Aula magna del dipartimento di Civiltà antiche e moderne. Al centro dell’incontro, che ha visto la partecipazione in presenza e da remoto di studentesse e studenti dei corsi di laurea Unime e delle scuole messinesi e calabresi, la conoscenza dell’Europa, il ruolo della comunicazione istituzionale, dell’informazione professionale e dei nuovi canali di divulgazione rispetto ai grandi temi sociali e come gli stessi vengono affrontati dalle community dei giovani. L’incontro, moderato dalla vice caposervizio della Gazzetta del Sud Natalia La Rosa, coordinatrice con la prof.ssa Maria Laura Giacobello di Unime Gds Lab, è stato aperto dal prof. Marco Centorrino, vicedirettore del Dicam, che ha portato i saluti del prorettore vicario Giuseppe Giordano e del direttore Giuseppe Ucciardello. Tra i saluti anche quello del prof. Francesco Rende, presidente di AluMnime, l’associazione di ex alunne e alunni Unime, che ha patrocinato l’evento. Nel corso del ricco dibattito che rientra fra le attività di diffusione del “Prin Post-truth politics and the resilience of the public sphere in Europe (Popsphere) 2023-25”, curate dalla prof.ssa Mariaeugenia Parito coordinatrice del corso di laurea magistrale in Metodi e linguaggi del giornalismo, sono state messe a fuoco in maniera chiara le sfide e le criticità legate all’esercizio del voto, “un’opportunità per far sentire la propria voce all’interno del dibattito pubblico - come ha sottolineato la stessa Parito - soprattutto per i giovani al di sotto dei 35 anni, la cui partecipazione appare ancora ridotta”. Nell'ambito del progetto, è stato lanciato anche un questionario, presentato dalla dott.ssa Fabrizia Pasciuto di Unime, proprio per valutare il grado di partecipazione dei giovani alle elezioni europee invitandoli a iscriversi alla piattaforma Insieme per Eu. "Usa il tuo voto", allarmi su frodi elettorali e manipolazioni L’esercizio del diritto di voto è una componente fondamentale della libertà nella democrazia partecipata: per questo, ha spiegato la prof.ssa Rossana Sampugnaro, docente di sociologia politica dell’Università di Catania, è necessaria «una vigilanza costante per proteggere questa componente fondamentale della libertà politica dalle minacce rivolte contro di essa, che vanno dalle frodi elettorali alla manipolazione dei media e agli ostacoli normativi durante il periodo della campagna elettorale». Ed è sullo scambio intergenerazionale che puntano alcune campagne di invito al voto come quella lanciata dall’Europarlamento, ha spiegato la social media manager dell’Ufficio Italia dell’eurocamera Lucia Pecorario: “Usa il tuo voto, o gli altri decideranno per te” è lo slogan diretto agli oltre 370 milioni di elettrici e elettori dei 27 Paesi membri, raccogliendo le testimonianze di anziani dei vari Paesi Ue coi nipoti. Elezioni: si parla più di candidati e meno di programmi Necessario diventa dunque, per parlare di un’Unione europea che “ci riguarda” uscendo fuori dagli steccati del nazionalismo, il ruolo delle testate giornalistiche che però, talvolta, come ha evidenziato l’addetto stampa dell'Ufficio in Italia del Parlamento Europeo Alberto D’Argenzio, si basano su informazioni indirette e non di rado anche erronee. "L'Italia - ha ribadito - è stata il Paese in cui si è parlato di più delle elezioni, ma più di candidati e meno di programmi. Il nostro compito di comunicatori istituzionali è di far capire che bisogna cambiare livello. Si giocano partite nazionali sì, ma ci sono partite di livello superiore". Un livello "europeo" che sconta difetti di identificazione e talvolta anche di rappresentatività, attenuando la percezione di "vicinanza" alle persone e dunque la loro motivazione nel recarsi alle urne. Intenso quindi l'impegno della comunicazione istituzionale, verso la popolazione e verso i giornalisti stessi, per evidenziare l'attività degli organismi europei, ad esempio il Parlamento. "I 76 europarlamentari italiani avranno un compito rilevante", ha ribadito D'Argenzio ricordando che il 70% delle leggi nazionali discende dalle decisioni europee. Parlare all'Europa dell'Italia e all'Italia dell'Europa A testimoniare l’impegno a contatto diretto con le fonti è stato il direttore responsabile della testata digitale Eunews, Lorenzo Robustelli, collegato dalla redazione di Bruxelles, sottolineando lo sforzo informativo nel raccontare l’Europa non solo “per” l’Italia ma offrendo contenuti internazionali (in italiano e inglese per "parlare all'Europa dell'Italia e all'Italia dell'Europa") e stimolando il dibattito e il confronto anche attraverso eventi e think tank promossi nell'ambito del Gruppo Withub, diretto da Andrea Poli, in cui la testata è entrata dopo dieci anni dalla sua nascita. L'entusiasmo delle community giovani Particolarmente entusiasmante il contributo delle associazioni e delle community che usano linguaggi attrattivi per coinvolgere attivamente i giovani, come OneHourForEurope Italia - un’associazione di promozione sociale che alimenta un dialogo continuo tra la popolazione e le istituzioni, attraverso proposte di cittadinanza attiva, iniziative e azioni promosse dall’Unione europea - e Will Media, uno spazio dove coltivare la consapevolezza sui fatti quotidiani e ispirare il cambiamento. A raccontare la loro esperienza la presidente di OneHourForEurope Italia Natascia Arcifa («Sono una testimonial del voto consapevole» ha ribadito) e Luna Esposito, autrice e content creator di Will, evidenziando la necessità di conoscenza e partecipazione alla luce del fatto che i prossimi cinque anni saranno “determinanti” per gli orizzonti europei - e non solo - sotto molti aspetti, tra cui clima, digitale, sicurezza, ma anche per l'istruzione, Notarstefano: votare rende compiuta la democrazia Dell’importanza delle elezioni europee, soprattutto alla luce dell’attuale scenario socio-politico segnato dai conflitti, ha parlato il direttore responsabile di Gazzetta del Sud Alessandro Notarstefano, auspicando una partecipazione corale dei cittadini e in particolar modo dei giovani: «Dare il proprio contributo esercitando e difendendo il diritto di voto è fondamentale per rendere più compiuta la libertà; c’è democrazia laddove c’è la possibilità di scegliere», ha detto Notarstefano, ribadendo come diritti e libertà non vadano mai dati per scontati e necessitino di continua tutela, come dimostra anche un’attualità che ci consegna significative “anomale” divergenze tra governi europei su temi cruciali come quelli che riguardano i diritti civili, dall’aborto al fine vita. Necessario inoltre uscire dai rischi di “provincialismo italiano”: occorre, oggi più che mai, saper leggere la politica “anche” in chiave sovranazionale e non riportarla – sempre – alle beghe di casa nostra. Utile, in questa direzione il “pluralismo informativo”. Che, come ha ribadito La Rosa, è lo strumento migliore per aggirare i tranelli della disintermediazione soprattutto social e delle logiche algoritmiche che scelgono al posto nostro. Solo la corretta informazione dunque può permettere ai giovani di guardare all’Europa con maggiore fiducia: «Andate a votare e siate voi ambasciatori della nostra Unione, contaminando chi ancora non ha questa consapevolezza», ha detto in chiusura Lucia D’Ambrosi, sociologa dei processi culturali e comunicativi dell’università Sapienza di Roma, ribadendo l’urgenza di attuare a livello europeo le indicazioni necessarie per alimentare un’informazione trasparente.