Dai banchi di scuola alla scrivania della redazione senza mai rinunciare alla bellezza del racconto, con quell’innata curiosità e la costante passione per la conoscenza diretta di fatti e persone che sulle pagine del quotidiano diventano notizia. Una storia professionale particolarmente appassionante quella del caporedattore della Gazzetta del Sud Lucio D’Amico che, pur preferendo solitamente “parlare attraverso il lavoro”, ha voluto condividerla nel corso di un incontro web con studentesse e studenti universitari di Unime Gds Lab, il laboratorio di tecnica giornalistica promosso dalla Società Editrice Sud con l’Università degli studi di Messina, coordinato dalla giornalista della Gazzetta del Sud Natalia La Rosa, responsabile dell'inserto Noi Magazine nelle cui attività il laboratorio si inserisce.
Sinergia Ses-Ateneo
L’iniziativa, nata dalla sinergia fra la Ses e l’Ateneo, permette agli iscritti ai corsi di laurea in giornalismo che sognano di fare questo mestiere tanto affascinante quanto complesso, di svolgere un percorso pratico e scoprire i “segreti” dell’informazione, legati all’evoluzione dei canali di comunicazione sempre più orientati alla multimedialità, ma anche alla conoscenza del “mestiere” attraverso l'esperienza di chi lo esercita con professionalità. Un progetto particolarmente proficuo, come ha dichiarato il prorettore vicario Giovanni Moschella, ribadendo come le giovani generazioni, malgrado le complessità del momento che stanno vivendo, abbiano dimostrato di «avere grandi risorse e di saperle impiegare nel modo giusto».
Il racconto di 30 anni
Dal racconto delle prime azioni di risanamento e sbaraccamento del territorio alle storie di riscatto sociale, dalle sedute del consiglio comunale alle cronache quotidiane: per Lucio D’Amico, laureato Unime in Lettere e Filosofia e cresciuto con il mito degli inviati speciali, fondamentale è sempre stato l’approccio alla notizia, “coltivata” attraverso la ricerca della verità accuratamente esposta, fino a rendere «ogni pezzo una piccola opera d’arte». Il costante aggiornamento e approfondimento culturale, uniti alla componente emozionale, con la capacità di “stupirsi” nel raccontare una realtà direttamente vissuta, hanno sempre caratterizzato un modo di fare giornalismo che in oltre trent'anni ha saputo attraversare i grandi cambiamenti epocali, senza però mai scordare il primo amore, la cronaca. Il giornalista ha ribadito l'insostituibilità della lettura su carta, sia essa riferita a un quotidiano o un libro, pur nella consapevolezza che la tecnologia e la multimedialità ne hanno modificato l'impatto sui lettori offrendo comunque ampie opportunità di miglioramento.
Un mestiere che cambia
Sottolineando il grande cambiamento che la professione ha subito con l’avvento della pandemia, costretta ad «adattarsi a nuovi schemi comunicativi», D'Amico ha ammesso di rimpiangere il lavoro degli inizi, che permetteva un rapporto diretto con le persone, «una fondamentale palestra di socialità. Oggi – ha detto – è più complesso gestire e selezionare i contenuti attraverso la tecnologia, che sicuramente però ha permesso di evolverci».
Il valore della carta
Anche il prorettore Moschella ha voluto ribadire l’importanza della carta stampata, che «veicola una corretta riflessione indispensabile per lo sviluppo del pensiero critico dei giovani». Verità dei fatti e rispetto della dignità delle persone coinvolte: un binomio indispensabile per il caporedattore, che ha esortato studentesse e studenti ad andare oltre la regola delle cinque “W” nella scrittura, senza mai trascurare il punto di vista personale. «L’esperienza consente di acquisire una modalità espositiva serena e originale, pur nel rispetto dell’obiettività», ha spiegato, sottolineando il “peso” delle parole che, «se usate impropriamente, diventano un’arma pericolosissima».
La forza dell’incipit
In merito alle modalità di stesura di un articolo, se l’incipit è fondamentale perché fa comprendere la capacità espositiva del giornalista che lo redige, la conclusione è una sorta di bilancio del pezzo, che non deve mai essere banale. Importante – oltre all'imprescindibile corretto uso della grammatica e del lessico (che si arricchisce attraverso la lettura) – il virgolettato, che racchiude il punto di vista dei protagonisti sotto forma di discorso diretto e la punteggiatura, che conferisce al pezzo la giusta “musicalità”.
Scrivere... emozioni
Sull’importanza dell’aspetto emozionale della scrittura si è soffermato anche il prof. Marco Centorrino, associato di sociologia dei processi culturali e comunicativi e coordinatore del Corso di laurea Unime in Scienze dell’Informazione Comunicazione pubblica e tecniche giornalistiche e delle attività didattiche di Unime Gds Lab: «In un’era - ha ribadito - in cui il web impone l’immediatezza nella trasmissione della notizia, non vanno mai tralasciati quei particolari della narrazione capaci di fare la differenza».
Il prossimo step
L’attività del laboratorio vedrà impegnati i suoi partecipanti nel seguire l’evento di apertura dell’Anno Accademico, martedì 1 marzo nell'aula magna del polo Papardo, con la presenza della giornalista Rula Jebreal quale ospite d'onore: un momento particolarmente significativo per l'attività laboratoriale, che nasce da una forte sinergia tra Società Editrice Sud e Ateneo volta a valorizzare le competenze dei suoi studenti e studentesse in materia di comunicazione e giornalismo, attraverso l'esperienza nell'ambito del network Ses e delle sue testate (Gazzetta del Sud, il sito gazzettadelsud.it, la tv Rtp, la radio Antenna dello Stretto), e in particolare dell'inserto Noi Magazine che nella pagina Atenei dello Stretto riserva ampio spazio alle attività universitarie (con i pezzi della testata giornalistica UniVersoMe, degli stessi partecipanti a Unime Gds Lab e il focus sui Dipartimenti universitari), anche con lo scopo di contribuire a rafforzare il legame tra scuola e università, quale strategia condivisa di contrasto all’abbandono degli studi.
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