«Smettere? Finchè reggo... e poi, se smetto è perché smetto, il giorno dopo non mi vedete più. Non mi sento di dire: fra due anni chiudo: se poi voglio smettere prima che figura ci faccio?». Zucchero «Sugar» Fornaciari, tranquillizza tutti: per lui non è il momento di annunciare il ritiro come invece hanno fatto colleghi come Baglioni o Tozzi. Non è il momento quindi, per fortuna! Zucchero ha ancora tanta voglia di suonare dal vivo. In questi giorni, l’artista ha debuttato con grande successo alla Royal Albert Hall di Londra con il tour internazionale: «Overdose d’amore world wild tour». La prima volta che Zucchero aveva calcato il palco del tempio della musica londinese era il 1990 per aprire i concerti di Eric Clapton, conosciuto qualche mese prima in Italia. Da allora ha girato il mondo con la sua musica, esibendosi in 5 continenti. Zucchero è tornato ancora una volta in quella sala concerto di Londra in tre serate (30 e 31 marzo e 1 aprile) per regalare uno show energico e appassionante di oltre 2 ore, guidando gli spettatori in un viaggio entusiasmante nella sua straordinaria carriera musicale. Ad accompagnarlo sul palco, il coro gospel L J Singers e la sua fedele super band internazionale composta da Polo Jones (Musical director, bass), Kat Dyson (guitars, bvs), Peter Vettese (hammond, piano and synth), Mario Schilirò (guitars), Phil Mer (drums), Nicola Peruch (keyboards), Monica Mz Carter (drums, percussions), James Thompson (horns, bvs), Lazaro Amauri Oviedo Dilout (horns), Carlos Minoso (horns) e Oma Jali (backing vocals). «Ho una band stupenda - ha detto l’artista in conferenza stmapa - alcuni suonano con me da oltre 30 anni. Conoscono tutto il mio repertorio. Ho quasi 400 canzoni, fra quelle cantate da me e quelle fatte per altri. In scaletta ci sono dei miei classici. Ne ho altre magari ancora più belle che non metto e che a volte, quando ascolto, mi verebbe voglia di inserire. Poi però penso che magari le persone si chiedono perchè non ho fatto quella lì che aspettavano ma ho fatto questa.Insomma non è facile». Zucchero gira il mondo da anni, suona praticamente ovunque: «L'Italia - spiega - ha tanta proposta. Non tutti i Paesi europei hanno il mercato che ha l’Italia all’estero. Alcuni nostri grandi artisti vanno benissimo anche oltre oceano. E poi, ci sono ragazzi che fuori dall’Italia stanno facendo un buon lavoro. Ragazzi che sono produttori, musicisti. E stanno lavorando bene in America e in Inghilterra». Zucchero e la Russia: «Ci andavo volentieri, i russi amano l’arte e la cultura. Adesso, anche se fossi invitato non ci andrei». E Sanremo? «Sono io che ho sempre detto no, non è vero che non mi vogliono - ha chiarito l’artista - E’ vero che non so se ci andrei. Sono scelte». Però, il prossimo anno Zucchero compie 70 anni e potrebbe "festeggiare" questo traguardo come ha fatto Fiorella Mannoia quest’anno: «L'Italia è ancora l’unico paese al mondo dove c'e» ancora la gara come i cavalli da corsa. Lo trovo allucinante. Ma piace al popolo quindi si fa, fa audience». Il nuovo tour vede Zucchero in giro per il mondo in occasione dei 35 anni dalla pubblicazione del singolo «Overdose D’Amore», contenuto nell’album da record «Oro, incenso & birra». Dopo i 3 concerti alla Royal Albert Hall, l’"Overdose D’amore World Wild Tour» proseguirà in Danimarca, Svezia, Norvegia, Finlandia, Estonia, Lettonia, Lituania, Bulgaria, Stati Uniti, Canada, Francia, Monaco, Germania, Paesi Bassi, Austria, Slovacchia e altri paesi in via di definizione passando per l’Italia con 5 eventi negli stadi italiani: 23 giugno al Bluenergy Stadium - Stadio Friuli di Udine;27 giugno allo Stadio Dall’Ara di Bologna; 30 giugno allo Stadio Franco Scoglio di Messina; 2 luglio allo Stadio Adriatico Giovanni Cornacchia di Pescara;4 luglio allo Stadio San Siro di Milano. Per le speciali date negli stadi italiani, Zucchero trasformerà i suoi show in una festa collettiva. Sarà l’occasione per assistere a uno spettacolo ricco di sorprese e di grande musica dal vivo. Un programma che è una garanzia quindi, perché la rock star italiana, continua ed esibirsi, a girare il mondo facendo quello che più di ogni altra cosa gli piace fare o cioè, i live. Una casa? «Non ce l’ho praticamente più», ha scherzato il cantante. «Smettere? Già da prima del Covid dicevo che io volevo fare sempre musica dal vivo. I dischi si, mi piace farli ma preferisco i live. Preferisco, vista l’età che avanza, ammazzare il mio tempo con i live. Mi piace girare il mondo, mi sento vivo. Il disco si, mi piace ma il live sarà la parte più importante del mio proseguo. Ogni tour faccio almeno 150 concerti. A volte faccio anche cinque o sei date di fila. Ci sono anche gli spostamenti da tenere in considerazione. Devo vedere quanto reggo. Ma se smetto, smetto. Dire smetto fra due anni e che ne so? Ripeto: se poi decido prima, che figura ci faccio?». Zucchero ha speso bellissime parole per la band che lo accompagna e altrettante per i nuovi artisti: «Non li conosco tutti - ammette - ma alcuni fanno cose belle che mi hanno colpito molto. Scrivono testi in cui mi identifico. Mi piace moltissimo Salmo. Ha un linguaggio forte, che arriva dritto ai ragazzi e si espone. Certi testi avrei potuto scriverli io. Altre cose le ho sentite da Marracash, altre da Blanco. Ma ripeto, non li conosco tutti». Un erede? «Ho sentito Salmo dal vivo e tira, va forte - ha glissato Zucchero - Ma fra i giovani, ci sono tante realtà che magari non riescono a partecipare ai talent e che continuano a suonare nei garage, che sono fortissimi. Giovani di 18-20 anni che hanno studiato i classici del rock, che studiano bene musica e sono bravi davvero, molto più di me alla mia età. Sono preparati a fare rap e trap ma sanno fare musica molto bene e andrebbero aiutati e sostenuti. Se un giorno dovessi decidere di cambiare elementi della band li prendo io».