Nessuna “Ave Maria”, come aveva promesso, ma soltanto un velo di commozione nel rivolgersi alla popolazione di Torre Faro, che il 20 agosto scorso ha accolto Massimo Ranieri all’Arena Capo Peloro con lo spettacolo “Tutti i sogni ancora in volo”, per il cartellone di “Messina. Città della Musica e degli Eventi”.
«Grazie per aver reso possibile questa serata. Non lo scorderò mai», ha detto al suo ingresso sul palco, prima di regalare un viaggio in musica tra sogno e realtà, desideri e loro realizzazione. Fra storiche melodie, monologhi e nuovi lavori, l’artista ha convinto sulla necessità di avere sogni da realizzare, progetti in cui credere e riconoscersi, grandi o piccoli che siano.
«Noi siamo fatti della stessa materia di cui sono fatti i sogni» ha ribadito citando Shakespeare. E Ranieri un sogno lo aveva già realizzato nel 1964, al primo ingresso su un palcoscenico. Dopo un breve riferimento ad un’infanzia difficile, con pochi soldi e tanto amore, apertura con il classico “Vent’anni” (primo a Canzonissima 1970) e “Mia ragione”, dall’album del 2020 “Qui e adesso”. L’eterno scugnizzo della canzone italiana ha poi continuato il suo excursus tra emozioni di ieri e di oggi, alternando i successi passati ai brani dell’ultimo disco “Tutti i sogni ancora in volo”, prodotto da Gino Vannelli, dove si cimenta in nuovi pezzi scritti da cantautori storici e contemporanei, tra cui Pino Donaggio, Ivano Fossati, Pacifico e Giuliano Sangiorgi (c’è anche un inedito di Bruno Lauzi, firmato con Franco Fasano).
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