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LDA: L’unico posto in cui posso sfogarmi è la musica...”. Protagonista al GdShow di Natale

Luca D’Alessio alias LDA

«Canterò tutti i miei pezzi, l’idea è far divertire tutti per passare un po’ di tempo in serenità». La beneficenza? «Un valore in più. È la cosa più bella della serata, le buone azioni restituiscono bellezza». Parla Lda, Luca D’Alessio sarà protagonista (assieme a Frassica, Biondi e ai comici Guarnieri, Castiglia e Di Liberto, con la conduzione di Salvo La Rosa) del Gdshow di Natale, il 14 dicembre al teatro Vittorio Emanuele di Messina. Lui, che a Messina non ha ancora mai cantato. Come a Sanremo, dove sarà tra i 22 Big annunciati da Amadeus. Lui che protagonista lo è già stato nella scorsa edizione di Amici. E che ha conquistato prima il web e poi le classifiche con «Cado».
«Questo nuovo singolo è venuto fuori dal nulla, dove a volte si nascondono le cose migliori. Io ero in studio a fare una sessione per il mio disco, scende Albe e si mette al piano. Che fighi questi accordi, lo penso e glielo dico. Io mi sono messo in una stanza, Albe in un’altra e abbiamo scritto il pezzo, tutto in diretta Instagram».

Com’è l’amicizia dopo Amici?

«Oltre ad Albe vedo spesso Luigi, con Alex ci vivo insieme a Milano, ho un bel rapporto quasi con tutti. Ho trovato amici ad Amici».

E come stai ad aspettative?

«Io non me ne creo tante, per non rimanerci male. Quando capita sono molto basse, quindi per il momento si è avverato tutto. È un meccanismo di protezione, non mancanza di ambizione. E scaramanzia, evito proprio di pensare a volte. Il sogno è lo stadio della mia città, il Diego Armando Maradona. L’obiettivo è riempire il Pala Partenope e siamo sulla buona strada».

Intanto live spostati ad aprile, per aspettare il disco che uscirà a inizio 2023…

«Voglio consegnare un prodotto bello, maturo, lavorato. Questo mio secondo disco di inediti a livello di sound stacca rispetto al precedente. È la mia versione migliore rispetto al precedente. Grazie a Dio miglioriamo sempre, o forse così sembra. Come quando guardi vecchie foto e pensi a quanto ti sentivi figo mentre in realtà non lo eri. Non è un album in cui parlo solo di amore, ma anche di me, della mia città, è un disco completo, in 14 tracce. Avevo tanto da dire, un pezzo supera i 4 minuti, un ritorno ai tempi dei cantautori di una volta. Era troppo importante per inciderlo guardando l’orologio. Non sarà un singolo, probabilmente no. Piuttosto uno di quei tesoretti sepolti tra le tracce, che sono chi ha voglia scoprirà. Spero che la mia visione possa essere condivisa, o compresa. Io piango quando lo sento, perché dico veramente la mia verità».

Ti sei concesso la libertà…

«Io non parlo tanto nella vita, quindi l’unico posto in cui posso sfogarmi è la musica, i testi, nessuno mi può giudicare e anche se… non me ne frego proprio. Voglio si percepisca l’importanza dello sfogo sano».

Tuo padre Gigi ha ascoltato il disco?

«Papà lo sentirà appena finito, per il momento è all’oscuro di tutto (o quasi, perché qualche incursione in studio mentre registravo l’ha fatta). Gli voglio lasciare l’effetto sorpresa, temo di essere condizionato dai suoi gusti. Sto molto a sentire mio padre, perché magari sono di parte e lo reputo nella top ten italiana. Ho anche un po’ vergogna, nonostante sia mio padre, proprio perché è mio padre. Il suo è il parere più importante».

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