Tre ragazzi con la passione per la lirica, oggi giovani artisti alfieri del pop lirico nel mondo, tornano in Sicilia per due imperdibili concerti. Stasera e domani al Teatro Antico di Taormina due serate di bel canto per riprendere, dopo l’interruzione pandemica, il tour mondiale “Il Volo live in concert”, serie di concerti celebrativi per i dieci anni di carriera de Il Volo.
Dopo il sold out delle prime due date all’Arena di Verona, il marsalese Ignazio Boschetto e il narese Piero Barone con Gianluca Ginoble si esibiranno nel magico scenario che li ha accolti agli albori della loro carriera, proponendo i successi contenuti nella raccolta celebrativa “10 Years” e i nuovi brani estratti dall’ultimo album “Il Volo sings Morricone”, omaggio al grande compositore, uscito a pochi mesi dal concerto tributo dello scorso anno all’Arena di Verona. Dopo Taormina il tour toccherà, oltre all’Italia, le principali città europee, il Nord America, il Giappone e l’Australia, per tornare in Sicilia il 28 luglio in un’altra arena storica: il Teatro della Valle dei Templi di Agrigento.
A Taormina riprenderete i festeggiamenti per i dieci anni di carriera. Un vostro bilancio?
Ginoble: «Sono stati anni di crescita: siamo passati dall’essere adolescenti a giovani uomini, vivendo una vita piuttosto anomala che ci ha portati ad essere quello che siamo oggi. Anche musicalmente ci siamo evoluti, arricchendo il nostro repertorio con grandi brani italiani e internazionali, fino ad arrivare agli ultimi progetti più prestigiosi, dal tributo ai Tre Tenori con Placido Domingo all’omaggio ad Ennio Morricone, passando per la vittoria a Sanremo e cercando di ampliare questo repertorio con gli inediti. Cerchiamo di portare il belcanto sempre più in alto».
Avete proposto con successo all’estero il pop lirico, che rivisita il belcanto italiano classico in chiave contemporanea. Perché questo genere è tanto amato ancora oggi?
Ginoble: «È un genere che colpisce subito emotivamente, tanto le vecchie generazioni che si riconoscono in questa musica, quanto i giovani che non l’hanno mai ascoltata. Penso che si riesca a catturare emotivamente il pubblico con le voci e il tipo di musica. Infatti gli stranieri riescono ad emozionarsi pur non capendo le parole».
Potrebbe essere anche questo il segreto del vostro feeling con gli Stati Uniti, dove siete molto amati?
Ginoble: «Sicuramente gli Stati Uniti hanno subito una forte influenza della musica italiana fin dai primi del Novecento, quando i più grandi cantanti erano Frank Sinatra, Dean Martin, Tony Bennett e Perry Como, tutti italoamericani e con una vocalità melodica che manifestava le loro origini. Se pensiamo che Elvis Presley ha cantato in inglese “’O sole mio” e “Torna a Surriento”, riusciamo a capire perché dall’America la musica italiana si è sparsa a macchia d’olio in tutto il mondo. Per questo il repertorio nostrano, oltre all’opera, è stato cantato in tantissime lingue. Il successo della nostra musica inoltre non è legato solo all’America, ma anche al Giappone, alla Cina, perché se vai in qualsiasi teatro d’opera italiano trovi tantissimi cinesi e giapponesi. È come se fosse un altro campionato che va oltre lo streaming e le classifiche, più legato allo show, che è quello che cerchiamo di portare noi: uno show di grande intrattenimento e musica».
E questo show sarà un grande concerto tra i vostri grandi successi con un omaggio al Maestro Morricone. Cosa ascolterà il pubblico taorminese?
Ginoble: «In un nostro concerto dobbiamo cantare quello che ci rappresenta, dal tributo ai Tre Tenori, con le arie della lirica, alle melodie di Morricone, ai nostri primi successi e inediti. Canteremo singolarmente o in duetto, realizzando uno show che va oltre la musica, perché cerchiamo di non dare troppa classicità e serietà al nostro genere musicale e renderlo più d’intrattenimento. Non sarà un concerto statico, faremo un medley dei vari dischi di platino ricevuti con “Grande amore”, “L’amore si muove”, “Musica che resta” e poi tutti gli altri nostri brani».
Avete conosciuto Morricone nel 2010, durante l’incisione del vostro primo album. Un ricordo di questo gigante della musica.
Barone: «Lo abbiamo incontrato durante le registrazioni del disco nei Forum Studios di cui era fondatore, avendo la fortuna che fosse il primo ascoltatore dell’album, dove avevamo inciso un medley delle sue composizioni con “E più ti penso” (da “C’era una volta in America”) e “Malena”. In quell’occasione decise di portarci sul palco a Piazza del Popolo in un suo concerto. Fu un grande momento, ma non era ancora arrivata quella maturità per dedicargli un intero progetto. In questi ultimi due ultimi anni lo abbiamo concretizzato, per cui riproporremmo alcune sue melodie. Come tributo ad un artista straordinario nell’arte e nella vita, umile e generoso come tutti i grandi».
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