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Messina alle urne: l’orizzonte, la passione e la missione

poltrona e fascia sindaco messina

Si può immaginare di volare alto e, contemporaneamente, gestire le emergenze? Si può caratterizzare, con idee forti e innovative, il proprio programma e far sì che non sia il solito libro dei sogni? Si può essere governatori della propria città e non semplici amministratori del condominio comunale? Sono quesiti che si ripropongono ad ogni tornata elettorale e che ridiventano sempre attuali, oggi più che mai. Ci si chiede se un sindaco, una Giunta, debbano garantire l’ordinaria amministrazione – e già questo, in ogni caso, è un compito gravoso e se si riesce a portarlo avanti, diventa un titolo di merito – oppure se debbano sforzarsi di andare anche oltre, di farsi garanti di un progetto di sviluppo sostenibile e di rilancio socio-economico. Potremmo dire, senza tema di smentita, che oggi fare il sindaco di una Città metropolitana come Messina è, da un lato, una missione appassionante ed esaltante e, dall’altro, il rischio che sia una sorta di fatica di Sisifo, dove ogni volta si è costretti a spostare sempre l’enorme mole di problemi e di emergenze annose. Ma quello che deve prevalere è il lato indicato per primo, il senso di una missione, la più difficile, la più esaltante. I programmi, come le idee, camminano sempre sulle gambe delle donne e degli uomini. E chi sarà eletto, non dovrà mai dimenticare che è un onore guidare questa città bellissima, pur con tutti i suoi tormenti, i nodi irrisolti, le sue contraddizioni.

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