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La Renault 4, le regole non rispettate e l'importanza di "chiudere" lo Stretto di Messina

Quello che sembra essersi affievolita è la capacità di indignazione. Troppo lunga e sfibrante questa quarantena per tanti, anche se non tutti. La diseguaglianza in talune analisi, la rivendicazione di maglie aperte per qualcuno e non per altri, il tentativo di disinnescare anche un argomento di vitale importanza per un territorio crocevia come il nostro quale l'attraversamento dello Stretto, lascia perplessi.

E allora prendiamo di nuovo come esempio, ahinoi, la vicenda della ormai famosa, o famigerata, Renault 4 denunciata dal sindaco di Messina, Cateno De Luca come simbolo degli accessi indiscriminati dal resto d'Italia alla Sicilia.

Una vicenda che ha visto scendere in campo tanti paladini della libertà, a difesa di un gruppo di persone che fanno della vita girovaga la loro ragione d'esistenza. Si è detto e scritto di tutto e di più e si è puntato il dito contro immagini fasulle, fake news e altro ancora. Ma c'è un fatto incontrovertibile: quell'auto continua a girare per la Sicilia, come attestato dal sindaco di Mazzarino che ha denunciato la presenza non autorizzata di questi artisti per strada nel suo territorio comunale.

Si dirà "ma lasciamoli pur muovere liberamente, anche questo è stato di necessità e il problema del Coronavirus nel mondo mica dipende da un gruppo di girovaghi...". Certo... Ma c'è un video, bellissimo, che gira in rete in questi giorni: un bambino, molto più maturo della sua piccola età, si sfoga con la sua mamma perché non ce la fa più a reggere i ritmi di una quarantena imposta e non capita: "Mi manca il nonno, non posso andare al parco, non mi vedo con i miei amici, non ce la faccio più". Dice poi singhiozzando e chiedendo ai genitori di poter restare un po' da solo... Un bambino di appena quattro o cinque anni...

Ecco, cosa significa volere e dovere essere dalla parte di chi al momento esegue alla lettera ogni prescrizione imposta sui nostri territori per contenere il possibile contagio. Ed ecco perché torniamo anche alla questione dell'attraversamento dello Stretto, che è dirimente al di là dei numeri stessi del traffico di auto e passeggeri, ma che ha una portata di valore psicologico incommensurabile.

E dunque non contano i metodi o le parole utilizzati dal sindaco De Luca per sollevare il problema, conta il problema e l'impatto che ha sulla stessa tenuta psicologica di decine di migliaia di messinesi chiusi in casa da un mese.

Guai a dare l'impressione che ora, sì, tutto sommato si può fare, che siamo a Pasqua, che il periodo difficile è alle spalle, che chi vuole in fondo può venire e muoversi liberamente da una regione all'altra, perché tanto alla fine si becca solo una multa... guai a scherzare senza valutare poi le conseguenze di ogni singola azione nel contesto generale.

E allora maglie strettissime nello Stretto perché è giusto così, che lo affermi De Luca o meno e che il sindaco di Messina stia più o meno simpatico ad altre istituzioni o altri sindaci.

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