E ora sindaco De Luca non agiti mai più lo spauracchio delle dimissioni (ritirate ieri a mezzanotte), non ponga più aut-aut, non sposti di settimana in settimana il limite temporale della possibile Apocalisse. Amministri, come dice di saper fare. Ha visto? Non c’è nessuno che le fa la guerra, caso mai era il contrario. Noi un Consiglio comunale così prono ai voleri di un sindaco, supino anche nel dibattito, capace di ascoltare per dieci ore l’alluvione di parole di un uomo che sembrava vestito da supereroe della Marvel (e tutti gli altri seduti come piccole comparse di un film di fantascienza, che a volte è sconfinato nell’horror, viste le facce da zombie di molti consiglieri), non l’avevamo mai visto in tanti anni di storia di Palazzo Zanca. Chapeau. Evidentemente lei è il più bravo di tutti. Sarà l’esperienza di maratoneta d’Aula fatta all’Ars, sarà che lei legge le carte e sa utilizzarle come e quando vuole, sarà che i bilanci sono la sua materia preferita visto l’addestramento di decenni alla Fenapi, ma ieri li ha annichiliti tutti. Avrebbero dovuto interromperla, quelli dell’Ufficio di presidenza, in qualche frangente. Quando ha fatto nomi e cognomi di persone che non erano in aula e non si potevano difendere (solitamente, in questi casi, la seduta prosegue a porte chiuse...), quando ha alzato i toni dello scontro verbale insultando i sindacalisti “non allineati”, quando ha ritenuto di essere durante uno dei suoi comizi e non in una sede istituzionale. Ma lei è un mago e chi le stava dietro si è fatto ammaliare. In molte delle carte esibite ieri potrebbero ravvisarsi reati di varia natura, soprattutto in materia di servizi sociali. Lei ha avuto il coraggio di presentare un dossier e di denunciare quelli che ritiene siano stati i misfatti di una gestione affidata al «sistema marcio delle cooperative». Certo, il suo è stato un monologo, occorre sentire anche l’altra campana. Anche sui numeri di un bilancio comunale talvolta la matematica può non essere una certezza ma materia opinabile. Adesso, comunque, si parte da un dato concreto e obiettivo: il Consiglio le ha votato la “fiducia” (perché di questo si tratta, vista l’irrilevanza dell’atto prodotto ieri sera, che era solo un indirizzo dato all’Amministrazione), lei vada avanti. Lo faccia difendendo le proprie idee ma non definisca mai più “coglioncelli” i tifosi del Messina, o «marciume sociale» i sindacalisti di Cgil e Uil. Abbia rispetto delle persone e non dimentichi mai che lei è il sindaco di una città derelitta ma meravigliosa come Messina ed è sindaco anche di coloro che non l’hanno votata e non ne condividono né toni né metodi né programmi.