I dati del triennio 2020-23 - secondo i sindacati - sono leggermente migliori rispetto a quelli registrati nel periodo 2018-21, ma l’analisi del mercato del lavoro del comprensorio tirrenico è ancora assai preoccupante. Infatti, a fronte di circa 1000 persone che hanno perso il posto di lavoro, si registra un inserimento occupazionale di circa 800 unità ma con rapporti di lavoro a tempo determinato. Dati comunque migliori quelli che interessano questo comprensorio rispetto a Messina che solo in questi ultimi mesi sembra aver invertito il trend, anche se si colloca nei gradini più bassi nella classifica sul tasso di occupazione nei grandi comuni.
La provincia messinese registra una lieve inversione di tendenza grazie alla presenza di realtà primarie, su tutte le Raffineria, realtà sempre più imprescindibile dal punto di vista dell’offerta di lavoro e quindi di produttività economica, ma anche altre aziende sia dell’indotto, sia del terziario. Parametri che consentono di alzare l’asticella e così il tasso di occupazione fra gli uomini di età compresa fra i 15 e i 64 anni si assesta di poco sopra al 50 per cento, quasi il doppio di quello delle donne. E il quadro poteva essere migliore se non ci fosse stato il passo indietro degli “stagionali” alle isole Eolie. Mai come nell’ultimo biennio, infatti, vi sono state difficoltà a trovare personale disponibile a lavorare nel corso della stagione estiva.
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