Messina balza ai primi posti di una classifica non certo edificante stilata dalla Cgia di Mestre, riferita alla piaga dell’evasione fiscale. Ma da Palazzo Zanca si chiarisce la portata del fenomeno, contribuendo così a frenare gli allarmismi.
La base è rappresentata da un report a cura dell’Associazione artigiani e piccole imprese con sede a Venezia. Il cui titolo è seguente: “Evasione? Per i sindaci non c’è, nel 2022 recuperati solo 6 milioni”. Un messaggio critico, quindi, indirizzato agli enti locali, che si accompagna a una serie di stime. «Nel 2023 – si legge – lo Stato centrale ha erogato la metà, poco più di 3 milioni di euro, alle amministrazioni comunali, quale contributo per la loro partecipazione all’attività di accertamento fiscale relativa al 2022. La legge, infatti, prevede che tale riconoscimento sia pari al 50 per cento dell’imposta recuperata dall’Agenzia delle Entrate a seguito delle “segnalazioni qualificate” ricevute proprio dai Comuni. Un’azione, in chiave antievasione, che riguarda solo alcuni tributi statali, come l’Irpef, l’Ires, l’Iva, le imposte di registro/ipotecarie e catastali». E nel 2022 il Comune più “virtuoso” è stato Genova, che ha ricevuto un contributo per la sua attività di contrasto all’evasione erariale pari a 863.459 euro. Seguono Milano con 367.410 euro, Torino con 162.672 euro, Prato con 147.243 euro e Bologna con 99.555 euro. Nella black list figurano invece i 1.892 euro recuperati a Messina, i 1.458 euro a Palermo, i 651 euro a Napoli, i 301 euro ad Agrigento. Ancora peggio hanno fatto i Comuni di Caltanissetta, Catania, Taranto, Cosenza, Caserta e Foggia, che «non sono stati in grado di contribuire al recupero di nemmeno un euro». Di questi 3 milioni di euro di contributo relativo al 2022, rileva la Cgia di Mestre, quale riconoscimento per l’attività di collaborazione con l’Agenzia delle entrate rivolta al contrasto dell’evasione dei tributi erariali - 2,1 sono stati erogati in virtù delle segnalazioni fatte dai Comuni capoluogo di provincia, mentre i rimanenti 0,9 dalle altre Amministrazioni presenti in Italia.
La nota del Comune di Messina. Il contributo all’Agenzia delle entrate attraverso le “segnalazioni qualificate” per la lotta ad alcuni tributi statali come Irpef, Ires, Iva e le imposte registro/ipotecarie «è attività complessa e molto impegnativa da svolgere da parte dei Comuni», dice l’assessore ala Lotta all’evasione Roberto Cicala. Questo perché le «“segnalazioni qualificate” fatte dalle Amministrazioni al Fisco devono essere puntuali, circostanziate e contenere i dati identificativi del soggetto a cui sono contestati gli ipotetici comportamenti evasivi ed elusivi. Non è sufficiente, quindi, indicare un potenziale evasore esibendo motivazioni generiche. Inoltre, per redigere l’istruttoria che verrà poi inviata all’Agenzia delle entrate è necessario che i Comuni dispongano di personale formato e qualificato a svolgere questa attività “investigativa”».
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