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Taormina, sorrisi per il turismo che riparte. Ma ora c'è lo spauracchio della crisi energetica

Al tramonto della stagione estiva e di un'annata che sta segnando una forte ripartenza per il turismo a Taormina, il comparto alberghiero lancia l'allarme sullo scenario che si prospetta per via dell'emergenza inattesa degli aumenti pesantissimi sul costo delle bollette. La situazione rischia di spingere le imprese del settore verso scelte difficili, come le chiusure anticipate in vista del periodo invernale e la conclusione anticipata di una stagione che si pensava di poter prolungare almeno sino al 31 dicembre. E poi incombe la prospettiva di dover attuare l'incremento delle tariffe per coprire i costi, una scelta che però gli operatori a Taormina non vorrebbero attuare, volendo così evitare di perdere competitività rispetto alle altre mete turistiche internazionali. Sin qui le spese che le strutture alberghiere si trovano a dover sostenere incidono al 78% per il consumo elettrico e al 22% per il gas, con quest'ultimo che però sta vivendo un'impennata vertiginosa. Da una parte, insomma, salgono i costi d'impresa e dall'altro schizzano in alto le bollette e l'emergenza rischia di colpire anche i posti di lavoro.

"Stiamo programmando la prossima stagione - spiega Gerardo Schuler, presidente dell'Associazione Albergatori Taormina - e una buona parte dei contratti li avevamo già fatti in precedenza. A questo punto, però, le bollette sono triplicate e ora non sappiamo se continueranno ancora ad aumentare, e così diventa complicato poter fare dei calcoli per il prossimo anno e rischiamo di trovarci davvero in grossa difficoltà, in una condizione di sotto-costo. Se prima le bollette incidevano al 6% rispetto al fatturato, ora invece inciderebbero almeno al 18%. Rischiamo di finire fuori mercato se andiamo ad adattare il prezzo delle camere all'aumento delle bollette. Stiamo cercando di riflettere con molta attenzione e trovare delle soluzioni, sapendo che determinare una modifica del prezzo delle camere del 30 o 40% ci farebbe perdere una parte di clientela, e però al contempo dobbiamo compensare queste spese pesanti ed inattese. Siamo davvero molto preoccupati, è chiaro che non è soltanto un problema del nostro comparto e c'è un'emergenza sociale ed economica in termini di caro-vita ma l'incertezza è un fattore che rischia di vanificare gli sforzi fatti per rilanciare le nostre strutture dopo due anni di fatturato quasi zero".

"La stagione negli anni si è accorciata e c'è il rischio concreto che questa situazione possa spingere coloro che rimangono aperti anche nella bassa stagione a rivedere le proprie posizioni e chiudere per non dover subire questa ulteriore stangata. C'è una questione che riguarda gli alberghi e le imprese e di riflesso anche i lavoratori, perché le chiusure diventano una scelta quasi obbligata e per tale motivo Federalberghi ha chiesto la cassa integrazione per i dipendenti", ha aggiunto Schuler.

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