A Palazzo Longano si attendono le ulteriori azioni nella riorganizzazione della macchina amministrativa per recuperare i gravi ritardi accumulati nei precedenti cinque anni di amministrazione. Anni che furono caratterizzati dalla negazione dello “sviluppo territoriale” che in quegli anni si è rivelato un'opportunità resa invisibile dalla mera inerzia amministrativa, oltre che dalla mancanza di una significativa capacità progettuale. Fattori questi che nei precedenti cinque anni di amministrazione hanno avuto effetti negativi rilevanti, comportando la perdita di una consistente fetta di finanziamenti europei stimati in 20 milioni di euro, messi a disposizione dalla cosiddetta “Agenda urbana regionale” di cui Barcellona avrebbe potuto godere, finanziata nella precedente programmazione con complessivi 420 milioni di euro prelevati dai fondi del “Po Fesr 2014-2020” da cui è risultata esclusa Barcellona. Adesso che è già iniziata, in sede regionale, la programmazione dei fondi nei nuovi Piani operativi che la Regione completerà entro fine anno bisognerà stare attenti per evitare di restare esclusi in modo analogo a quanto è avvenuto nel precedente quinquennio, quando non fu nemmeno tentata – per superare il numero di abitanti richiesti e di conseguenza oltrepassare il tetto minimo previsto da una modifica legislativa del Governo Crocetta - una coalizione nel comprensorio tra Barcellona e Milazzo, in considerazione del fatto che i due comuni limitrofi insieme raggiungono la considerevole popolazione di quasi 80 mila abitanti. Infatti per la prima volta dal 2000 il territorio di Barcellona si è ritrova privato di uno strumento di attuazione territoriale, considerato strategico, come quello dei finanziamenti dell'Agenda urbana del Po Fers.
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