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Lo Stretto di Messina è priorità nel Rapporto Svimez

Ancora una volta la Società per lo sviluppo dell’Industria nel Mezzogiorno rilancia il tema infrastrutturale

Qualche giorno fa, a Roma, si è svolto il convegno durante il quale è stato presentato il Rapporto Svimez 2021. Un appuntamento ormai irrinunciabile, quello promosso dall’Associazione per lo sviluppo dell’Industria nel Mezzogiorno. Per quanto riguarda i nostri territori, quello che riveste maggiore interesse rispetto a tutti gli altri contenuti nel ponderoso volume, è il capitolo 22, dove si delinea quel “Progetto di Sistema per il Sud in Italia e per l’Italia in Europa”, senza il quale il nostro Paese rischia di perdere quel capitale di fiducia conquistato da quando è premier Mario Draghi.
«La ripartenza nel post-pandemia del sistema-Italia è essenziale all’Ue come al Paese con l’obiettivo di mettere rapidamente a frutto l’enorme rendita fin qui dissipata della posizione strategica del Mezzogiorno nel Mediterraneo dove, invece di esserne il presidio, da anni siamo ospiti», è l’analisi spietata del Rapporto. E la Svimez auspica che «attraverso il Pnrr sia possibile cogliere l’occasione storica che la repentina presa di coscienza Ue, pur tardivamente, offre. È bene essere consapevoli che aver vinto la battaglia sull’ammontare del soccorso non basta. La guerra, infatti, si perderà se ci si limita a puntare all’obiettivo della Resilienza (grande manutenzione digitale-smart di un “motore” usurato) come propone la retorica di “non soffocare il vento del Nord” per “far correre Milano-rallentare Napoli” che poi beneficerà del traboccamento dello sviluppo. Una prospettiva che ben si coglie nell’enfasi con la quale si commenta il “rimbalzo” dell'ultimo trimestre. L’uso razionale delle risorse del Recovery Fund, le sue opportune e rigide condizionalità, impongono non tanto di fissare quote bensì definire priorità, varare progetti e un percorso coerente. L’obiettivo è arrivare al 2026 avendo attivato uno sviluppo sostenibile che non si esaurisce nella manutenzione del “riprendere a crescere”. Sarà così possibile innescare quel processo perequativo che l’Ue raccomanda». E, dunque, ecco il “Progetto di Sistema” indicato come priorità assoluta per il Paese (la Svimez lo aveva già proposto anche negli ultimi tre anni).

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