Messina

Martedì 30 Aprile 2024

Qualità della vita in Sicilia: Messina guadagna nove posizioni

L’effetto Covid fa crollare la qualità della vita nelle due province più dinamiche della Sicilia: Ragusa e Siracusa, che perdono rispettivamente 19 e 15 posizioni nella tradizionale classifica di fine anno del Sole24Ore. Siracusa addirittura si piazza al terzultimo posto (105) in tra le province italiane, mentre Ragusa precipita al 99°. Salgono di nove posti invece Palermo (89) e Messina (91), mentre Catania recupera 7 posizioni piazzandosi a quota 90. Quattro posti in più, rispetto all’anno scorso, per Agrigento: 98esima. Posizioni più o meno confermate per le altre province: Trapani rimane al 101° posto, Enna a quota 103 (sale di una posizione) e Caltanissetta, penultima in classifica, al numero 106 (sale un gradino) prima di Crotone. In particolare Messina si piazza ai primi posti nella classifica che riguarda i fondi europei spesi per agenda digitale e prevenzione dei rischi ambientali, mentre è agli ultimi posti per giovani che non lavorano e non studiano ed è la seconda d'Italia per furti in abitazione. Non va bene anche il settore giustizia dove è agli ultimi posti per cause pendenti ultratriennali ed è fanalino di coda d'Italia alla voce imprese in rete. È la graduatoria che, basata su 90 indicatori, di fatto fotografa la situazione delle province italiane nell’anno maledetto del Covid-19 (infatti, ben 25 indicatori misurano l’impatto avuto dal virus sulle economie locali e sulle comunità). Secondo il Report del quotidiano economico, prima è la città e provincia di Bologna che ha scalato ben tredici posizioni, seguita dalle “solite” Bolzano e Trento, e poi Verona, Trieste, Udine, Aosta, Parma, Cagliari e Pordenone. Undicesima è Siena, quindi troviamo Milano, Ascoli Piceno, Forlì-Cesena, Modena, Ancona, Reggio Emilia, Pesaro-Urbino, Genova e Cuneo. Torino è ventunesima, Roma trentaduesima. La Sardegna si piazza molto bene mentre la prima città del Sud è il capoluogo della Basilicata Potenza (al posto 71, Matera è al 74°). Solito disastro meridionale, seppur con dati che sembrano lasciare qualche spiraglio di speranza. La risalita di Palermo, Catania e Messina è uno di questi segnali, così come il salto di Cosenza (86esima). Sicilia e Calabria, però, occupano quasi tutte le ultime posizioni. Basta leggere la classifica al contrario: Crotone (posto 107), Caltanissetta, Siracusa, Vibo Valentia, Enna, Catanzaro, Trapani, Foggia (in questo caso va male anche la Puglia), Ragusa e Agrigento. Nell’accurata indagine de “Il Sole 24 Ore” c’è uno spazio dedicato proprio a Messina, indicata come metafora di tante altre città del Mezzogiorno, soprattutto in questo tempo di coronavirus: «In questi mesi la pandemia ci ha restituito spesso l’immagine di sindaci sceriffi... Si prenda per esempio il caso del sindaco di Messina Cateno De Luca, amministratore di un’area complessa in riva allo Stretto che si piazza al novantunesimo posto e ha recuperato 9 posizioni rispetto all’anno scorso. De Luca, che è stato uno dei più rigidi durante il lockdown tanto da meritarsi il soprannome di “Scateno”, prova a essere ora impegnato in un possibile rilancio in questa fase». Si parla del Ponte sullo Stretto, del Piano per eliminare le baracche, di progetti suggestivi ma anche concreti come il grande Piano di forestazione e di implementazione del verde nell’ambito urbano. E il sindaco dichiara al quotidiano di Confindustria: «O entriamo nell’ottica di affrontare i problemi e rilanciamo oppure si muore». Domani ulteriori approfondimenti sull'edizione cartacea        

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