La prima ondata della pandemia è stata deleteria per le imprese siciliane. Un'evidenza confermata, senza sorprese, dalle statistiche. Secondo i dati forniti da Infocamere, nel periodo che va da aprile a settembre di quest'anno, sono state quasi 7 mila, precisamente 6.800, le imprese siciliane che hanno chiuso i battenti. Nella provincia di Catania sono state 1.780 le attività che si sono fermate; segue, in questa drammatica classifica, Palermo con 1.368 imprese cessate; chiude il podio Messina, con 908 chiuse. Tra i settori mancano all'appello oltre 2.150 imprese del commercio, oltre 600 imprese dell'edilizia, 590 del turismo, oltre 400 imprese industriali, 130 quelle dei trasporti, 1.500 imprese artigiane. Neanche l'immediato futuro appare roseo. Secondo i dati analizzati da Anpal e Unioncamere, nel Sud e nelle isole, il 57% delle imprese dovrebbe avere problemi di liquidità nei prossimi 6 mesi. Per quanto riguarda le previsioni sull'assunzione di personale, la Sicilia, a fronte delle 263.850 unità di personale previste in entrata su tutto il territorio nazionale per il mese di novembre, con 13.490 unità rappresenta il 5% e si colloca all'ottavo posto su base nazionale. Nella configurazione per province, Palermo con 4.280 unità si colloca al primo posto, seguita da Catania con 3.020 unità, Messina e Siracusa. L'edizione integrale dell'articolo è disponibile sull'edizione cartacea della Gazzetta del Sud - edizione di Messina.