
Le navi che attraversano lo Stretto, il traffico gommato, gli aerei che decollano da Reggio o da Catania, hanno un impatto ambientale molto più pesante di quello che si presume abbia la costruzione del Ponte sullo Stretto.
Lo confermano i risultati di uno studio comparativo tra l'inquinamento dello Stretto causato dal traghettamento e quello che si avrebbe nel caso della realizzazione della grande infrastruttura. Uno studio che sarà portato a conoscenza del pubblico nel corso di un convegno promosso dai Rotary Club siciliano e calabrese prima della fine dell'anno e del quale la Gazzetta del Sud in edicola anticipa alcuni contenuti.
«Il tema dell’inquinamento dello Stretto – sottolinea uno degli autori del Report, l’ingegnere Giovanni Mollica – viene sistematicamente, e paradossalmente, ignorato dalle Autorità preposte alla tutela dell'ambiente. A cominciare dall'Arpa Sicilia che si occupa di tanti altri siti ma non dello Stretto. Durante le ricerche abbiamo potuto constatare come, invece, esistano decine e decine di studi accuratissimi sulle emissioni navali nei porti di Venezia, Genova, Civitavecchia, Livorno».
Nello studio vi sono tabelle che raffrontano le emissioni attuali imputabili al traghettamento e quelle previste, o prevedibili, con il Ponte: si assisterebbe a una drastica riduzione. È evidente che la costruzione del manufatto stabile non cancellerebbe il trasporto marittimo ma ne ridurrebbe la portata e, in ogni caso, costringerebbe tutti, Governo e imprenditori del settore (dagli armatori privati alle Ferrovie dello Stato), a ripensare e riprogrammare le politiche ambientali.
Un dato risalta, citato come esempio: «Dai nostri calcoli deriva che 120 automezzi che attraversano lo Stretto sul Ponte, invece di traghettare, riducono le emissioni di anidride carbonica di 1,47 tonnellate. Un quantitativo che, esteso a un anno di attraversamenti moltiplicato per le circa 17 mila traversate annue sulla sola rotta Tremestieri-Villa San Giovanni e ritorno, danno minori emissioni di CO2 per 25 mila tonnellate. Questo semplice calcolo conferma le conclusioni raggiunte col metodo generale che valuta in oltre 140 mila tonnellate annue le minori emissioni della sola anidride carbonica conseguenti alla costruzione del Ponte. Viene da chiedersi se 140 mila tonnellate di CO2, 200 tonnellate di ossido di carbonio, 1300 di ossidi di azoto, 100 di particolato, 200 di idrocarburi incombusti e 100 di velenosissimi ossidi di zolfo siano quantitativi sufficienti per pretendere la soluzione immediata del problema dell’inquinamento dello Stretto di Messina».

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6 Commenti
qflacco
22/08/2020 10:04
Lo studio promosso ed effettuato da soggetti che sono di parte non può essere ritenuto attendibile. Si tratta della posizione di una parte, pur rispettabile, ma questo non abilita costoro a elevarlo a valore di prova per sostenere la propria tesi. Solo un organismo terzo nominato, da tutte le parti, in cui siano noti gli esperti e le metodologie scientifiche da seguire, assume valenza di attendibilità. Diversamente se a ognuno che tiene a cuore la propria causa gli basta pubblicare uno "studio" per condizionare l’opinione pubblica allora è il caos. Così continuando, senza un vero confronto, ma imponendo le proprie tesi, non si fa altro che radicalizzare lo scontro su ponte si ponte no, e non giova a nessuno.
Giovanni Mollica
09/08/2021 20:09
Contestalo coi numeri, non a chiacchiere se ne sei capace.
Anita
22/08/2020 11:44
Caro ingegnere 120 automezzi che attraversano lo Stretto su una nave NON emettono alcunqué al contrario del traffico sul Ponte. Idem per i treni che spengono i motori a Villa. Con il Ponte le navi continueranno ad attraversare lo Stretto da nord a sud, da est ad ovest...
Giovanni Mollica
09/08/2021 20:12
Ma che sciocchezze dici? Il paragone è proprio tra 120 automezzi che inquinano passando sul Ponte e quello causato dalla nave che li porta. Intervento penoso
mario
22/08/2020 17:22
Ero un bambino quando vidi per la prima volta alcuni modellini di ponte sullo stretto mio padre all'epoca lavorava in arsenale è il vero punto a cui i tecnici non riuscivano all'epoca a dare soluzioni non era l'inquinamento ma alla forza di madre natura per l'elevato rischio sismico, lo stesso Jacques Cousteau dopo un'ispezione dei fondali ha sconsiglio il tradizionale ponte con pilastri, io da tecnico non sfiderei madre natura, l'importante investimento lo dedicherei a cose più prioritarie per il sud
Anita
22/08/2020 20:36
Se vi preoccupa tanto l'impronta carbone perché non ve la prendete con la ferrovia Taranto- Reggio Cal. ancora diesel? Perché non usate traghetti elettrici, che offrono un abbattimento del 95% sulle emissioni e un risparmio dell'80% sui costi di gestione ? Un traghetto simile costa 15 milioni, 10 traghetti 150 milioni. Il progetto del ponte che non c'è 300 milioni... Troppo intelligente, troppo utile, troppo semplice. Come al solito.
Giovanni++Malara
23/08/2020 06:01
Ma quale studio! Sono solo prese di posizione favorevoli al Ponte da parte di chi non conosce il progetto della Società Stretto di Messina. Se il ponte si realizzasse, cosa che non avverrà mai,, i traghetti dovrebbero essere mantenuti in funzione tutti i giorni (per oltre 120 giorni l'anno infatti il ponte non sarebbe attraversabile a causa del vento). Quindi l'inquinamento con il ponte raddoppierebbe anziché diminuire.
Giovanni Mollica
09/08/2021 20:14
Non sai quello che dici. Ubriaco di retorica NoPonte non dici una sola cosa giusta